Maurizio Costanzo, i ricavi dei diritti d'autore a chi vanno e come si possono tutelare? Il parere dello studio legale

Risponde lo Studio legale Vitali

Sabato 11 Marzo 2023 di Alessandro Rosi
Maurizio Costanzo, i ricavi dei diritti d'autore a chi vanno e come si possono tutelare? Il parere dello studio legale

A chi vanno i ricavi dei diritti d'autore di Maurizio Costanzo? E come si possono tutelare? Si è molto parlato dei beni che il giornalista ha lasciato a Maria De Filippi e ai tre figli. Ma non di quella più significativa, almeno sotto il profilo culturale e di costume: ovvero i libri, le sceneggiature, le canzoni (come la celeberrima Se telefonando, cantata da Mina con la musica di Ennio Morricone). In sostanza di tutte quelle produzioni per cui il noto personaggio del mondo dello spettacolo (e non solo) è stato conosciuto e apprezzato dal grande pubblico. Abbiamo chiesto il parere del prof. Emanuele Bilotti – studio legale Vitali e associati Roma – Milano.

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I diritti d'autore quanto durano?

I relativi diritti di utilizzazione economica non si estinguono con la morte dell’autore, ma durano ancora per i settant’anni successivi.

Non si può escludere che tali diritti siano stati oggetto di testamento ma, nel caso in cui Maurizio Costanzo non avesse disposto per testamento, gli stessi diritti spetteranno agli eredi legittimi, cioè indicati dalla legge. Anche per questi diritti, la trasmissione a causa di morte segue insomma le regole comuni del diritto delle successioni, sebbene vi siano delle peculiarità.

A chi spettano?

Una pima peculiarità è rappresentata dal fatto che, in caso di pluralità di eredi come è nel caso di Costanzo, il diritto di utilizzazione economica di un’opera dell’ingegno deve rimanere indiviso per almeno tre anni. La comunione è amministrata da uno degli eredi o da persona estranea alla successione. In mancanza di accordo tra gli eredi, la comunione è amministrata dalla SIAE in virtù di un provvedimento del giudice su ricorso di uno dei coeredi o della stessa SIAE. Unica possibilità di avere una deroga è che vi sia un testamento in cui si disponga diversamente (ad esempio, attribuendo i diritti solo ad uno degli eredi) o che l’autorità giudiziaria consenta la immediata divisione per gravi ragioni, su istanza di uno o più coeredi.

 

Chi può rivendicare le opere?

Situazione diversa si presenta, invece, per il diritto morale d’autore, e cioè il diritto di rivendicare la paternità dell’opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione o ad altra modificazione e ad ogni danno dell’opera stessa, che possano essere di pregiudizio all’onore o alla reputazione dell’autore. In questo caso ad essere tutelato è un bene proprio della persona. Viene dunque in considerazione un diritto della persona, destinato perciò ad estinguersi con la morte del suo titolare. Non si tratta quindi di un diritto che cade nella successione dell’autore defunto. 

Come si possono tutelare?

In considerazione del fatto che l’opera sopravvive all’autore, la legge italiana prevede che, dopo la morte dell’autore, il diritto morale d’autore possa essere fatto valere dal coniuge e dai figli (e in mancanza, ma non è questo il caso, da altri familiari) senza limiti di tempo. E quindi, la moglie di Maurizio Costanzo e i suoi tre figli avranno anche la responsabilità – ma anche l’opportunità – di presidiare l’integrità delle opere. Si tratta di un diritto che spetta loro indipendentemente dalla qualità di eredi e spetta a ciascuno di loro senza che sull’iniziativa di uno possa avere efficacia il dissenso di un altro o della maggioranza degli altri.

A chi spettano i benefici economici?

Salvo che non si rinvenga un testamento, a ciascuno dei quattro eredi spetteranno non solo, a titolo ereditario, i benefici economici delle opere dell’ingegno ma anche, a titolo personale, la tutela del diritto morale su tali opere.

Ultimo aggiornamento: 20:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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