Maneskin: Roma capitale del rock con Damiano, Victoria, Ethan e Thomas. Delirio al Palasport

In platea anche Ilary Blasi con il fidanzato tedesco Bastian Müller, l’ex attaccante giallorosso Marco Delvecchio e l’attrice Kasia Smutniak

Sabato 25 Marzo 2023
Maneskin: Roma capitale del rock con Damiano, Victoria, Ethan e Thomas. Delirio al Palasport

Alle 21.15 in punto le luci del palasport romano si spengono e il tendone che divide il palco dal parterre si tinge di rosso: sul sipario si stagliano le sagome di Damiano, Victoria, Thomas e Ethan, mentre il ritmo convulso e febbrile di Don’t Wanna Sleep introduce l’umore della serata e i riff fanno tremare le pareti della struttura. Pubblico subito in delirio, tra urla, applausi e scene di irrefrenabile felicità: è così che il popolo dei Maneskin, all’urlo di This is Maneskin, dà il bentornato a Roma alla rock band (in platea anche Ilary Blasi con il fidanzato tedesco Bastian Müller, l’ex attaccante giallorosso Marco Delvecchio e l’attrice Kasia Smutniak). 

Bentornati a casa


Ieri sera i quattro eroi partiti da via del Corso alla conquista del mondo sono tornati ufficialmente a casa, nove mesi dopo lo show al Circo Massimo di fronte a 70 mila spettatori.

Riallacciando al Palazzo dello Sport il filo con un pubblico che li aspettava da due anni. Il tour fu annunciato nel 2021, sull’onda dell’entusiasmo legato alla vittoria all’Eurovision con Zitti e buoni: oltre 120 mila biglietti polverizzati in prevendita per gli show originariamente in programma l’anno scorso (alcuni dei quali finiti nelle mani dei bagarini online del sito Viagogo - uno era stato messo in vendita all’irrealistica cifra di 1,2 milioni di euro - multato ieri dall’Agcom per 12,2 milioni di euro), prima che il covid e le sirene d’America spingessero i Maneskin a spostare tutto. 

 


Diciotto Dischi di diamante e 259 Dischi di platino dopo, eccoli sul palco del palazzetto dell’Eur, davanti ai 7.500 fan romani che hanno conservato i biglietti ora si scatenano sulle note delle hit che hanno accompagnato la cavalcata internazionale del gruppo: «Siamo molto contenti di essere qui», taglia corto Damiano, abito blu e basco di pelle nero in testa, saltando le formalità, come se Roma fosse ormai una tappa di passaggio di un percorso più ambizioso. 


C’è anche chi ha dormito una notte in tenda fuori dal palasport per essere in prima linea ieri pomeriggio al momento dell’apertura dei cancelli e assicurarsi il posto migliore nel parterre. Possibilmente più vicino al bello e dannato Damiano, sempre più convinto del suo ruolo. Se ne sarà fatta una ragione la bassista Victoria, che fondò la band ai tempi del liceo scegliendo anche il nome (una parola che nella lingua della mamma, danese, significa “chiaro di luna”), insieme al chitarrista Thomas, dando una seconda chance al cantante dopo averlo cacciato via da un precedente gruppo: troppo pop, diceva lei. Che oggi detta la linea con quel suo modo affascinante e sexy di suonare il basso, guardando il cantante gettarsi sulla folla tra una canzone e l’altra, provando a fare lo stesso poco dopo.
«Damiano sputami e strappami i vestiti di dosso», ha scritto qualcuno su un cartellone, citando La paura del buio, una delle canzoni dell’album Teatro d’ira - Vol. I, che però è assente in scaletta, incentrata piuttosto sul nuovo album Rush!. 


Uscito a gennaio, lanciato con il matrimonio celebrato a Palazzo Brancaccio dall’ex direttore creativo di Gucci Alessandro Michele, subito certificato Disco d’oro, l’album è rientrato nella top ten della classifica settimanale Fimi/Gfk dei più venduti in Italia proprio grazie alla spinta dei concerti. 


Gossip, Own My Mind, Supermodel, il nuovo singolo Baby Said, Bla Bla Bla, Timezone, Feel, Mammamia, Kool Kids, Mark Chapman, The Loneliest, Gasoline (con tanto di fiamme, finte, che avvolgono l’asta del microfono di Damiano): la band lo suona quasi interamente, tra i ritmi della batteria di Ethan e i duelli tra i riff di Victoria al basso e di Thomas alla chitarra, mentre 300 corpi illuminanti si muovono sulle loro teste e alle loro spalle, come un’inquietante astronave. 


IL REPERTORIO
Ora che hanno un repertorio, non hanno più bisogno di infarcire le scalette con delle cover. Al Circo Massimo l’anno scorso ne avevano suonate sei. Stavolta solo quella - immancabile - di Beggin’ dei Four Seasons e di Amandoti dei Cccp, rifatta in acustico su una piattaforma in mezzo al parterre. I Wanna Be Your Slave riporta su i bpm.

Una ragazza si sente male e Damiano ferma la musica: «Non imbarazzarti, è successo anche a me a un concerto di Coez nel 2016», le dice. Poi il delirio raggiunge l’apice quando la band su Kool Kids fa salire una quarantina di fan sul palco. Stasera il bis, prima che la band riprenda a girare per il mondo, in attesa dei due show del 20 e 21 luglio all’Olimpico. L’ultimo baluardo della musica dal vivo capitolina che non hanno ancora conquistato.

Ultimo aggiornamento: 08:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci