Louvre, la prima donna nel tempio dell’arte: Laurence des Cars è la nuova direttrice

Giovedì 27 Maggio 2021 di Francesca Pierantozzi
Louvre, la prima donna nel tempio dell arte: Laurence des Cars è la nuova direttrice

La Gioconda resterà in Francia (la cosa è stata ripetuta per l'ennesima volta ieri: «non si sposterà mai, non si può prestare, è troppo fragile») ma almeno, dal primo settembre, sarà in mano a una donna. A 228 anni dalla creazione, il Louvre ha la sua prima direttrice: Laurence des Cars, 54 anni, già alla guida dell'Orangerie e del Musée d'Orsay, è stata scelta da Emmanuel Macron per dirigere il museo più grande e visitato de mondo. «Il mio cuore batteva all'impazzata quando ho ricevuto la telefonata» ha detto ieri mattina a France Inter.

Francia, 20 cameriere malpagate dell'Hotel Ibis l'emblema delle lotte sindacali femminili

LA TELEFONATA

A chiamarla, tre giorni fa, è stata la ministra della Cultura Roselyne Bachelot per confermarle che Macron aveva scelto lei tra la lista di candidati per il Louvre.

Lei e il suo programma di «svecchiamento». Des Cars ha già confermato che intende portare nel più grande dei musei, l'energia anche un po' dissacrante che ha movimentato la vita e la programmazione dell'Orangerie e soprattutto dell'Orsay: «Il Louvre può essere pienamente contemporaneo, può aprirsi al mondo, conferendo pertinenza al presente con la forza del passato ha detto Stiamo uscendo da una crisi destabilizzante, viviamo un'epoca appassionante ma difficileAbbiamo tutti bisogno di punti di riferimento e penso che il Louvre abbia molto da dire, soprattutto ai giovani, che saranno al centro delle mie preoccupazioni».

Laurence des Cars pensa a un Louvre più pop senza patemi d'animo: «Il Louvre ha un aspetto pop per i suoi capolavori famosi come delle star, e anche per la sua presenza al cinema o nelle serie tv. Dobbiamo saper giocare con questa popolarità, lavorando con i grandi artisti di oggi. Si possono fare cose formidabili». Quello che ha fatto all'Orsay può dare qualche idea: da quando è arrivata, nel 2017, ha portato l'affluenza al numero record di 3milioni e 700mila visitatori nel 2019, alla vigilia della chiusura Covid. Ha approfittato della pandemia per lanciare il programma di ampliamento Orsay grand ouvert grazie tra l'altro a una donazione di 20 milioni di euro da parte di un anonimo mecenate (portando il livello di autofinanziamento del museo al 64 per cento). Lascia il tempio dell'Impressionismo con spazi espositivi moltiplicati, un centro educativo di 650 metri quadri e un centro di ricerca per studiosi internazionali che aprirà nel 2024.

LE MOSTRE

Da conservatrice, organizzò nel 1996 l'arrivo nelle collezioni nazionali e poi la mostra de l'«Origine del mondo» di Courbet, la tela che ritrae il sesso femminile in primo piano e che all'epoca era ancora classificata come scandalo. Nel 2019, da direttrice, ha invece organizzato la mostra blockbuster «Modèle noir», sulla rappresentazione delle donne nere nell'arte dal 19esimo all'inizio del 20esimo secolo: mezzo milione di visitatori con notturne straordinarie. «Il suo progetto punta a far entrare la polifonia del mondo in un museo, in risonanza con la società, per esempio riflettendo allo spazio delle donne nelle collezioni, oppure sulla provenienza delle opere» hanno fatto sapere all'Eliseo riferendosi anche all'impegno di Laurence des Cars di restituire agli eredi le opere confiscate dai nazisti agli ebrei. La prima misura annunciata dalla direttrice che sarà affiancata fino al primo settembre dall'attuale direttore Jean-Luc Martinez, in carica dal 2013 e che si era candidato alla sua successione è la creazione di un nono dipartimento al Louvre che sarà dedicato all'arte bizantina e ai cristiani d'oriente.

Per attirare i giovani, la neo-direttrice non esclude di «riflettere sugli orari di apertura» in particolare spostando più avanti la chiusura. Da prima donna al Louvre, sente che si tratta «di un simbolo forte»: «Il presidente e la ministra della Cultura hanno voluto sottolineare l'importanza della femminilizzazione di incarichi di grande responsabilità. E noto che i musei europei sono da questo punto di vista più avanti dei musei americani». In Italia, per esempio, Barbara Jatta è dal 2016 alla guida dei Musei Vaticani, mentre Cristiana Collu dirige la Gnam di Roma e Gabriella Belli la Fondazione Musei Civici di Venezia. Ha invece lasciato la direzione della Galleria Borghese nel giugno 2020 dopo 26 anni di lavoro (prima come Ispettore e Funzionario delegato, e dal 2016 come direttrice) la storica dell'arte Anna Coliva, sostituita da un'altra donna, Francesca Cappelletti, docente all'Università di Ferrara. A Londra, si segnala la direzione della carismatica Frances Morris alla Tate Modern. Se Laurence des Cars ha rifiutato di rivelare «l'opera che preferisce al Louvre» ha comunque già avvisato chiunque si facesse strane idee: la Gioconda continuerà a restare dov'è e non sarà prestata a nessuno: «è troppo fragile ha detto ieri e poi è bello sapere che ci sono alcune opere che non si spostano, ma che bisogna spostarsi per poterle ammirare».

 

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci