Toso Fei, un libro su Venezia e la Serenissima raccontate con i numeri

Venerdì 23 Aprile 2021 di Claudia Meschini
Alberto Toso Fei in piazza San Marco

VENEZIA - Ha aspettato il giorno più simbolico per Venezia: il 25 aprile. E proprio nella ricorrenza di San Marco, patrono della città celebrato anche con il suo bocolo, arriva il nuovo libro di Alberto Toso Fei, scrittore e saggista, appassionato di storia ed esperto di leggende veneziane.

Venezia in numeri - una storia millenaria (Editoriale Programma), disponibile in libreria, sulle piattaforme e-commerce e in versione ebook, è un omaggio alla storia della Serenissima e della moderna Venezia, che in questo 2021 compie i suoi leggendari 1.600 anni.


Come è nata l'idea di raccontare Venezia attraverso i numeri?
«Non potendo contenere la storia così complessa in un unico volume, ho trovato nei numeri la chiave del racconto. Alcuni sono cifre oggettive che non hanno bisogno di essere commentate, altre le ho scelte perché ad esse sono legati un gran numero di storie e leggende veneziane come ad esempio 256, ovvero il numero dei pozzi pubblici di Venezia o 423, quello dei ponti, entrambi elementi ricchi di aneddoti e storie. O anche 62, il numero delle isole della laguna, mondi paralleli le cui storie sono a volte più antiche di quella di Venezia stessa».


Si è trattato di una ricerca impegnativa
«Alcuni numeri che simbolicamente possono raccontare Venezia li conoscevo già grazie a ricerche effettuate in precedenza, altri si basano su studi, articoli e interventi più recenti».


Un capitolo del libro è dedicato al numero 1, quale è il suo significato?
«Il numero 1 racconta i primati di Venezia. La città è arrivata prima degli altri in innumerevoli campi. Qui, ad esempio, fu emanata la prima legge che disciplina il lavoro minorile; qui nacque il primo brevetto, qui furono inventati lo specchio e il termometro per la misurazione della temperatura. Sono veneziani anche il primo Ghetto, il primo Arsenale, i primi Lazzaretti al mondo, con la relativa pratica della quarantena, parola veneziana. Il numero 1 è ricorrente a Venezia: una sola piazza, Piazza San Marco, tutti gli altri spazi sono campi, corti e campielli; un solo palazzo: Palazzo Ducale, tutti gli altri sono Case, abbreviate in Ca'. E vi scorre un solo canale, il Canal Grande, tutti gli altri sono detti rii».


Venezia ha altri primati?
«Sì, ma li racconto con altri numeri, ad esempio 7, il numero delle donne che elaborarono uno dei primi nuclei del pensiero femminista oppure 343 ovvero i metri quadri del dipinto su tela più grande del mondo che si trova sul soffitto di una chiesa veneziana. Questo è il numero da cui sono partito per poi raccontare vicende tizianesche, tintorettiane, sansoviniane e canalettiane».


Quali sono i numeri più curiosi?
«La mia è una scelta personale, alcuni numeri sono per così dire frivoli, curiosi come 11.654, ovvero le cortigiane ufficiali presenti in città ai primi del Cinquecento, secondo lo storico e cronista Marin Sanudo. Un dato che mi ha permesso di raccontare il fenomeno della cortigianeria e più in generale la storia della prostituzione a Venezia. 1.001 è il numero con cui identifico il racconto di Venezia attraverso i fumetti e i personaggi di comics e cartoon, più o meno famosi: Topolino e i paperi, Batman e Wonder Woman, ma anche Topo Gigio e l'Orso Yoghi che, come i vip in carne e ossa, un giro in gondola se lo sono fatto».


Quali raccontano le vicende storiche di Venezia?
«Ce ne sarebbero molti, ne ho scelti alcuni: 69 è il numero di volte che Venezia é stata colpita dalla peste, riuscendo a mettere in campo misure preventive e di cura che non sfigurerebbero nemmeno oggi, ai tempi del Covid. 120 i Dogi di Venezia, alcuni volitivi, altri deboli; alcuni pensati come figure di passaggio in attesa di un candidato migliore, altri rimasti al potere per decenni. 1.100 gli anni che trascorrono dall'elezione del primo Doge alla caduta della Repubblica, undici secoli che fanno di Venezia la Repubblica più longeva della storia. E poi c'è un numero altissimo, 23.000, il numero di proiettili piovuti sulla città tra luglio e agosto 1849, fino alla capitolazione dell'epopea risorgimentale capitanata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo che vide anche il primo bombardamento aereo della storia, avvenuto con una catena di palloni aerostatici carichi di esplosivo».


25 è un numero importante per Venezia, non a caso ha scelto il 25 aprile.
«Le celebrazioni dei 1600 anni di Venezia sono partite con il compleanno del 25 marzo, anche se per i veneziani la festa cittadina più sentita è il 25 aprile. Ho scelto di far uscire il mio libro in un giorno di festa nel corso di un anno, quello dei 1600 anni, che cade in un momento unico nella storia di Venezia e in quella dell'umanità».


Tra tanti numeri compare anche una lettera...
«Sì, tra tanti numeri appare anche la lettera S, come sapore; come le spezie che hanno fatto le fortune di Venezia. E dalla S si dipana un viaggio nel gusto tra diverse vicende veneziane legate alla gastronomia lungo il Canal Grande, la strada più bella del mondo, che appare anch'esso come una S rovesciata (la stessa S ripresa poi nelle esse, il dolce tipico di Burano, ndr).


A chi si rivolge Venezia in numeri?
«È un libro che costituisce un invito alle persone a venire a Venezia, ma anche un modo per rendere i visitatori consapevoli della sua grande storia».

Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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