Il Polesine nel libro di Daniela Raimondi, il racconto della saga della famiglia Casadio

Lunedì 19 Aprile 2021 di Alessandro Garbo
Il Polesine nel libro di Daniela Raimondi, il racconto della saga della famiglia Casadio

ROVIGO - È ambientata anche in Polesine la saga della famiglia Casadio raccontata nel libro La casa sull'argine di Daniela Raimondi. La scrittrice mantovana, da mesi in vetta alle classifiche, ha attinto per il romanzo alle sue origini. «Sono nata a Sermide in una terra al confine con Veneto e Lombardia, ma la mia nonna materna abitava a Stellata e Ficarolo era appena sull'altra sponda.

Ho raccontato di quelle zone perché erano parte delle mie origini. A 24 anni mi sono trasferita in Inghilterra, ho studiato, mi sono sposata e ho avuto due figli. Sono tornata in Italia una decina di anni fa per assistere i genitori. Ora la mia casa è in Sardegna».


SAGA FAMILIARE


Come è nato il romanzo?
«Tardi, fino a 40 anni non avevo scritto nulla. Ho lavorato in banca e insegnato italiano come lingua straniera. Poi è scattato qualcosa: una lunga malattia mi ha tenuto a letto due anni e ho iniziato a scrivere. La casa sull'argine ha avuto una gestazione lunghissima, all'inizio non avevo gli strumenti per gestire un numero così ampio di protagonisti. Dopo la foga iniziale ho abbandonato il progetto, mi sono spaventata. Il romanzo è rimasto anni nel cassetto, anche se era sempre nella mia testa. Sono serviti quasi vent'anni, con lunghi intervalli, per completarlo. La morte di mio padre, nel 2012, mi ha dato la spinta definitiva».


Come è arrivato il successo?
«Ho girato parecchio. Mi sono affidata a un'agente abbastanza conosciuta, ma inutilmente. Chiunque avrebbe perso le speranze, ma non ho mollato. Ho deciso di fare un ultimo tentativo. E sono arrivate due offerte di pubblicazione. La scelta è caduta sulla casa editrice Nord, già reduce dal successo de I leoni di Sicilia, che nel 2019 aveva raccontato un'altra saga familiare, ma al Sud. La casa sull'argine è stata lanciata con i fuochi d'artificio e a fine agosto 2020 il libro è subito entrato nella top ten, poi quarto nelle vendite generali e secondo nella narrativa italiana». E ora si è aperto il mercato straniero. «Il romanzo è stato tradotto in nove lingue, il 6 maggio uscirà in Francia: altre pubblicazioni sono previste in Turchia, Germania, Grecia, Lituania, Israele e Brasile. La casa di produzione Indigo Film ha acquistato i diritti cinematografici, ma serviranno anni per realizzare una serie tv».


Chi ha influito sulla sua formazione?
«Mi ritengo fortemente influenzata dal realismo magico di Gabriel Garcia Marquez, ci sono molti parallelismi tra Cent'anni di solitudine e il mio romanzo, storie in cui s'intrecciano territorio e tradizione. Un'altra casualità: entrambi i libri iniziano con l'arrivo dei gitani».


GITANI SUL PO


Come nasce l'idea di sviluppare il romanzo in Alto Polesine?
«Ficarolo è al confine con il paese dove sono nata. Quando ero piccola, era al di là del ponte di barche: nel romanzo sono diversi i riferimenti al Polesine, c'è un fotografo, ci sono le traversate a nuoto nel fiume Po. Nelle ultime pagine la voce narrante Norma prende la macchina, si allontana e all'improvviso si illuminano tutte le luci del paese».


C'è un capitolo intero dedicato a un evento tragico, la rotta del Po, avvenuta il 14 novembre 1951.
«All'epoca non si sapeva se il Po avrebbe rotto nel Mantovano o in Polesine. La famiglia viveva attaccata all'argine e aveva spostato i mobili al piano superiore. Ho sentito molte storie, si tratta di un episodio rimasto nella memoria collettiva. Alla fine, il Po ha rotto a Occhiobello».


LA STORIA CONTINUA


Ci sarà un seguito?
«Me lo hanno chiesto, ma La casa sull'argine è strutturato come profezia, che poi si avvera negli anni '70: c'è un inizio e una fine. Invece, ho quasi terminato lo spin-off del libro, nel primo volume c'erano personaggi marginali e faremo vedere cos'è successo alle generazioni più giovani».


Cosa le ha insegnato questo romanzo?
«Mai avere fretta. Bisogna accettare i consigli e le sconfitte, ce ne saranno tante. Ma alla fine tutto si supera, non bisogna farsi scoraggiare e serve tenacia. Ringrazio per il supporto mio marito Nicholas Taylor, l'appoggio della famiglia è indispensabile per chi si avventura in una strada così difficile e l'agente Carmen Prestia».

Ultimo aggiornamento: 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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