Kim Rossi Stuart: «Il maggior successo? L'incidente in moto in cui rischiai la vita: mi diede popolarità e dimostra l'importanza del gossip»

L'interprete e regista di "Brado": per me la vera libertà è dare tutto ai figli

Venerdì 7 Ottobre 2022 di Gloria Satta
Kim Rossi Stuart: «Il maggior successo? L'incidente in moto in cui rischiai la vita: mi diede popolarità e dimostra l'importanza del gossip»

«Una storia d'amore d'amore e di guarigione». Così Kim Rossi Stuart definisce Brado, il suo terzo film da regista (in sala il 20 ottobre) di cui è anche protagonista. Un «western esistenziale» potente, profondamente sincero, toccante, quasi autobiografico: ispirato al libro dello stesso Kim Guarigioni (La Nave di Teseo), interpretato anche dal bravissimo attore 23enne Saul Nanni (sarà Rocco Siffredi giovane nella serie Supersex), Barbara Bobulova, Viola Sofia Betti, Paola Lavini, Brado ruota intorno al rapporto conflittuale tra un padre e un figlio che, dopo anni di rancori reciproci, provano a recuperare amore e tenerezza quando si ritrovano nel ranch di famiglia per addestrare un cavallo indomabile destinato alle gare. Kim, 52 anni e tre figli avuti dall'amatissima moglie Ilaria Spada (l'ultima, Lea, ha 7 mesi) è cresciuto in campagna con il padre attore Giacomo Rossi Stuart. E proprio a lui, mancato nel 1994, ha dedicato il film.

Anche lei ha avuto un rapporto difficile con suo padre?
«Noi non siamo mai arrivati ai ferri corti.

Ma anch'io ho fatto i conti con la necessità fisiologica di liberarmi della figura ingombrante di mio padre. E lui è stato bravissimo ad insegnarmi ad essere autonomo presto».

Essere padre a sua volta cosa le ha insegnato?
«Mi ha rivoluzionato la vita. Grazie alla paternità ho imparato ad amare dando tutto me stesso».

Il suo personaggio impartisce al figlio un'educazione brutale. E lei come tira su Ettore, Ian e Lea?
«Vorrei che fossero sempre liberi. Sto imparando a rispettare la loro indipendenza».

È sempre intransigente, esigentissimo sul lavoro o con gli anni è diventato più accomodante?
«Su molte cose mi sono ammorbidito, ed era giusto farlo. Ma su altre mantengo una posizione radicale».

Su cosa?
«Sulla necessità di rimanere me stesso senza sentirmi prigioniero del consenso degli altri».

Perché Brado non era a Venezia a non sarà alla Festa di Roma?
«Non ho girato il film per un festival ma per il pubblico».

E non ha paura di uscire mentre il box office è in affanno?
«Cerco di non averne, sperando che s'inverta la tendenza. Dopo il caro-bollette, un problema gravissimo, e le scelte del nuovo governo anche la cultura, mai troppo considerata in Italia, e il cinema sono rilevanti per la società».

Chi è oggi Kim Rossi Stuart?
«Una persona convinta che la famiglia venga prima di tutto. Ci sono arrivato gradualmente dopo aver creduto che servissero i cosiddetti spazi di libertà per dedicarsi magari al lavoro. Ma si trattava di una trappola. La vera libertà è dare tutto ai figli».

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Si sente parte del cinema italiano o è un corpo estraneo?
«Sono completamente immerso nel cinema italiano. Spero di avere uno sguardo inconsueto, buono o cattivo che sia».

Il suo valore numero uno?
«La verità. È la stella polare del mio lavoro».

Quale considera il suo più grande successo?
«L'incidente di moto in cui nel 2005 rischiai la vita e che, paradossalmente, mi procurò una grande popolarità e l'affetto di tantissima gente. Lo dico con un certo sarcasmo per riflettere su come funziona il mondo in cui la cronaca e il gossip vengono prima di tutto».

Il suo libro s'intitola Guarigioni. Da cosa è guarito?
«Dall'egocentrismo. Un risultato che auguro a tutti».

Ultimo aggiornamento: 07:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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