Tre accampamenti romani svelati da Google Earth: «Missione segreta dell'imperatore Traiano»

Le immagini satellitari intercettano siti sconosciuti nel deserto meridionale della Giordania: raccontano la storia inedita della conquista del regno Nabateo nel 106 d.C.

Venerdì 5 Maggio 2023 di Laura Larcan
immagine satellitare pubblicata su "Antichità"

Non solo strade, palazzi e panorami aerei, ma anche autentiche scoperte archeologiche, come le murature-difensive di accampamenti romani, con la loro tipica conformazione geometrico ortogonale. L’occhio “bionico” di Google Earth ha infatti intercettato un patrimonio sconosciuto di duemila anni. Utilizzando le immagini satellitari si è potuto rivelare la presenza di ben tre accampamenti romani millenari nascosti sotto le sabbie stratigrafiche del deserto giordano meridionale. Cosa ci facevano? Perché erano stati costruiti proprio lì? Probabilmente erano funzionali ad una missione militare nel II secolo d.C. E qui viene il bello della scoperta. Anzi il retroscena. Una storia nella storia. Nelle fonti storiche non c’è traccia, infatti, di un’incursione militare romana in questa regione. Per questo motivo gli archeologi pensano che i campi possano aver fatto parte di un attacco segreto pianificato alla città nabatea di Dumat al-Jandal.

L’IMPORTANZA DELLA SCOPERTA

In Europa di strutture romane ricollegabili ad insediamenti militari ne sono state individuate centinaia.

Ad oggi, invece, in Medio Oriente se ne contano appena una manciata. Ecco perché la presenza di tre accampamenti integri in questa zona è un fatto assai raro. I siti hanno ciascuno la classica forma a “carta da gioco” degli accampamenti militari romani temporanei. Le mura difensive erano realizzate ammassando massi e davanti a ciascuno ingresso erano presenti piccole fortificazioni chiamate “tituli”. In sostanza, Google Earth è riuscito a fotografare solo i contorni geometrici dei campi, anche perché non sono stati ancora avviati gli scavi per riportare alla luce eventuali resti di edifici o alte mura. La notizia, pubblocato in uno studio sulla rivista scientifica “Antiquityu” è stata riportata dal sito LiveScience. Una scoperta che deve fare i conti con la storia, e persino riscriverla.

LA MISSIONE SEGRETA

Come spiega LiveScience, nel II secolo la porzione meridionale della Giordania era controllata dal regno dei Nabatei, un popolo apparentemente alleato dell’impero romano. La disposizione degli accampamenti appena scoperti sembra seguire una strada strategica (insolita, diversa dalle strade battute normalmente, perché la via abituale per la città era a nord, da Azraq) verso la città nabatea di Dumat al-Jandal, che ora si trova in Arabia Saudita. L’équipe di studiosi guidata da Michael Fradley, archeologo paesaggista dell’Università di Oxford, ha ipotizzato che «i campi facessero parte di una missione romana segreta per attaccare da una direzione inaspettata. I registri romani indicano che dopo la morte del suo re nel 106 d.C., il regno nabateo passò pacificamente sotto il dominio romano durante il regno di Traiano». Ma le nuove scoperte suggeriscono che la transizione al dominio romano potrebbe essere stata più violenta di quanto si pensasse in precedenza. Tutt’altro che pacifica.

 

COME È AVVENUTA LA SCOPERTA?

Tutto è iniziato un anno fa quando Fradley stava utilizzando Google Earth per esaminare le fotografie del deserto vicino al confine meridionale della Giordania con l’Arabia Saudita nell’ambito del progetto “Endangered Archaeology in the Middle East and North Africa”, in cui i ricercatori fanno proprio uso delle immagini satellitari. È stato in quelle fasi che Fradley ha riconosciuto la classica forma di “carta da gioco” di un accampamento romano. Non solo uno. La vera sorpresa è stata un’altra: «meno di 24 ore dopo, ne aveva individuati altri due, che conducevano in linea diretta da un’oasi a Bayir all’incirca a sud-est nel deserto».

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