Gianni Morandi con Jovanotti: «Questa canzone mi fa guarire dall'incidente, i discografici non volevano farla uscire»

Martedì 22 Giugno 2021 di Mattia Marzi
Gianni Morandi con Jovanotti: «Questa canzone mi fa guarire dall'incidente, i discografici non volevano farla uscire»

Nessuno può mettere Gianni in un angolo. Non l'ha fermato il brutto incidente dello scorso marzo nella sua tenuta nella campagna bolognese, quando il 76enne cantante è caduto in un braciere mentre puliva il giardino, riportando importanti ustioni a mani, gambe e schiena. Figurarsi se l'eterno ragazzo della musica italiana si arrende di fronte a discografici apatici che - dice lui - non hanno mostrato interesse di fronte alle sue idee. Tutt'altro: «Quando li ho chiamati per dirgli che con Lorenzo avevamo questo pezzo mi hanno risposto: Ma ora escono tutti, che senso ha?. Ho insistito: Buttiamoci nella mischia anche noi'», racconta Morandi.

Morandi insieme a Jovanotti: «La canzone per ripartire? E' l'Allegria»


Il pezzo è L'allegria, scritto da Jovanotti e prodotto da Rick Rubin, guru della musica americana che negli Anni 90 rilanciò la star del country Johnny Cash.

La canzone, un'iniezione di buon umore, è uscita dieci giorni fa: «Una botta di vita è ciò di cui ho bisogno io oggi, ma anche il Paese. Mi ricorda nelle atmosfere certe hit degli Anni 60, su tutte Andavo a cento all'ora: stesso entusiasmo. Mi fa guarire», spiega Morandi, mano destra ancora fasciata («Hanno dovuto ricostruito tutta la pelle»), che ieri ha presentato la canzone con una conferenza-evento al Parco Lambro di Milano per festeggiare la ripartenza. Al telefono c'è anche Jovanotti, che ha tirato fuori il pezzo da una rosa di inediti registrati con Rubin per il suo ultimo album: «L'abbiamo preparata in due giorni. A Rick ho detto: È il Johnny Cash italiano», sorride. E Morandi: «Ma quale Johnny Cash, semmai Gianni Cash». È comunque un'operazione meno furba di Mille, che grazie a Fedez e ad Achille Lauro ha riportato Orietta Berti al primo posto in classifica.

IL CASO MADAME

Lo spirito del pezzo è freak e selvaggio e forse non è un caso che Morandi abbia voluto organizzare il lancio proprio nel parco che negli Anni 70 ospitava i raduni della controcultura: «Io lì non ero ammesso. Che qualcosa stesse cambiando d'altronde lo avevo capito già nel 71, quando al Cantagiro cantai prima dei Led Zeppelin: mi tirarono i pomodori. Non mi rendevo conto che quello che facevo non era più attuale». Gli Anni 70 per Morandi furono gli anni della crisi profonda: «La gente non mi chiedeva nemmeno le foto. Ho letto i tweet di Madame: se fai questo mestiere devi stare al gioco. È peggio quando non ti cercano più». Il cantante sarebbe riemerso negli Anni 80 con Uno su mille: «Se sei a terra non strisciare mai, se ti diranno sei finito non ci credere», cantava. Quei versi devono averlo aiutato anche a reagire alla freddezza dei discografici, troppo presi dai fenomeni della trap (compreso il figlio, Tredici Pietro, che però su Spotify ha meno ascoltatori del padre): «Mi aspettavo che avessero qualche progetto per me: niente. Ma se la gente viene ancora a sentirmi, perché devo rassegnarmi? Salmo ha detto che voleva mandare a casa tutto il vecchio pop? Ho sorriso».


IL TRIBUTO
Nell'88 il disco con Dalla. Dentro c'era anche Che cosa resterà di me, di Battiato: «Ero andato a trovarlo. Ci abbracciammo - si commuove Gianni - ho sofferto molto per la sua scomparsa. Se mi inviteranno al tributo del 21 settembre all'Arena di Verona ci andrò». Nel cassetto c'è un altro pezzo di Jovanotti: «È una ballata piuttosto bella». Intanto l'eterno ragazzo sbarca su TikTok, dove con balletti e divertenti clip ha conquistato già 100 mila follower. La pensione può attendere. Con buona pace dei discografici.

Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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