Gabriele D’Annunzio, la lettera del Vate rubata e in vendita online: trovato il proprietario

Sparita prima del 2012 dalla Biblioteca Centrale, è stata riconosciuta su eBay

Domenica 19 Marzo 2023 di Laura Larcan
Gabriele D’Annunzio, la lettera del Vate rubata e in vendita online: trovato il proprietario

Era in vendita online, su Ebay. Per una cifra da intenditori e affaristi, a suon di decine di migliaia di euro. Un amaro destino quello che stava per rischiare una lettera autografa di Gabriele D’Annunzio, datata al 18 novembre del 1926, con tanto di carta intestata con il logo “Sqvadra di San Marco”. Un tentativo di business messo in atto da un collezionista privato, un uomo di Viterbo.

C’è voluta tutta l’esperienza (e le risorse della banca dati digitale) dei carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale guidati dal generale Vincenzo Molinese per intercettare sul web il prezioso manoscritto del grande poeta e scrittore italiano e far scattare l’operazione di recupero. Un’indagine complessa, che ha dovuto fare i conti con una storia di furti e mercato clandestino. 

IL BUSINESS 

La lettera, composta da tre fogli di colore avorio (di 32 centimetri e mezzo per 24), in cui il Vate si rivolge “Al caro amico” Giovanni Rizzo, era sparita oltre undici anni fa (il momento esatto resta ancora vago), trafugata dagli archivi della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma a Castro Pretorio, risucchiata nel vortice di traffici di antiquariato, e infine comprata presso un mercatino di antichità della Capitale dal collezionista viterbese che poi avrebbe voluto disfarsene senza tanti scrupoli per incassare una sostanziosa cifra. Un intreccio di mani e soldi (ai danni del patrimonio) su cui ora si scrive la parola fine. Perché la lettera di D’Annunzio è stata recuperata e riconsegnata al direttore della Biblioteca, Stefano Campagnolo, da parte del comandante della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo del Tpc, il tenente Martina De Vizio. «L’importante recupero - commenta il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano - dimostra come sia necessario tenere sempre alto il livello di attenzione anche su questi documenti. Deve, inoltre, aumentare anche la percezione da parte dell’opinione pubblica che questi siano reati contro la collettività e contro il patrimonio di tutti». Una soddisfazione per il dirigente del Ministero della Cultura che ricorda anche come «la lettera di D’Annunzio rientra in un furto più ampio». 

LE INDAGINI

Su cui le indagini dei carabinieri sono ancora in corso. Nel 2012 la Biblioteca infatti denunciava una serie di furti avvenuti negli anni precedenti tra i faldoni degli archivi. Tra i vari materiali, spiccava anche la missiva del poeta. Sulla dinamica della sparizione resta ancora il velo delle indagini, ma non è escluso che ci sia stato un complice interno. «La lettera d’altronde non ha prezzo, il valore storico artistico è altissimo», commentano i militari. Nel testo, D’Annunzio scrive “Al caro amico” Giovanni Rizzo: «Le accludo un telegramma con le indicazioni dell’arrivo, a Modane, del dottor Michele Mendelsohn, mio amico medico di Parigi. Il quale viene a trovarmi; e mi porta alcuni oggetti d’arte appartenenti alla mia casa parigina, rimasti ancora là. Essi sono destinati al Vittoriale degli Italiani». La suggestione è forte. Pensare che nel tentativo di piazzarla senza dare troppo nell’occhio, sono stati abrasi (quindi danneggiando in parte le carte) i timbri ad inchiostro di catalogazione apposti sui fogli dalla Biblioteca, oltre a pesanti cancellature della numerazione dell’inventario riportate su ogni pagina. Come è stata intercettata? «Attraverso il costante monitoraggio online dei cataloghi di vendita e case d’aste», spiegano dal Comando. Strategico il riconoscimento tra l’immagine della lettera in commercio sul web con la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita in via esclusiva dal Comando Tpc. E il Vate ringrazia. 

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Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 07:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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