Da "Piccole donne" a "Piccole gonne": la versione maschile di Fullin

Martedì 28 Gennaio 2020 di Giambattista Marchetto
Il comico triestino Alessandro Fullin in scena con "Piccole gonne", liberamente ispirato a "Piccole donne"
TREVISO Con la consueta, corrosiva ironia Alessandro Fullin lo definisce un “infeltrimento teatrale” di un classico della letteratura americana. “Piccole gonne” - in scena  mercoledì 29 gennaio alle 20.45 al Teatro Mario Del Monaco di Treviso (info www.teatrostabileveneto.it), quindi il 31 gennaio al Lux di Camisano Vicentino e il 21 febbraio al Palazzetto dello Sport di Rosolina - rimanda infatti al classico “Piccole donne" di Louisa M. Alcott, che proprio in queste settimane torna sul grande schermo con un cast stellare diretto da Greta Gerwig. E l’elemento intrigante nella riscrittura di Fullin è l’allestimento con un cast di soli uomini (Sergio Cavallaro, Simone Faraon, Ivan Fornaro, Mario Contenti e Paolo Mazzini), tranne una “intrusa” (Tiziana Catalano).
MATRIMONI COMPLICATI
In realtà questa rilettura tagliente e ironica, firmata da Fullin e realizzato con la Compagnia Nuove Forme, riprende la più schietta tradizione elisabettiana, essendo interpretato da soli attori uomini. L’intrusa è invece l’unica donna, che il pubblico dovrà scoprire in mezzo a un cast già dominato da tanta femminilità. La storia è nota: Mrs March, una madre estremamente apprensiva, deve sistemare le sue quattro figlie con matrimoni all’altezza delle sue aspettative. Purtroppo, nessuna delle sue figlie (Mag, Jo, Amy, Beth) ha molto da offrire a un giovanotto americano, ma Mrs. March non si dà per vinta e, coadiuvata dall’avara Zia March, riuscirà infine a portare all’altare ognuna delle sue protette: Mag, una giovane senza illusioni; Jo, una futura scrittrice; Amy, una pittrice che non conosce il successo e la gracile Beth, dalla salute cagionevole. Sullo sfondo un’America che mescola con ironia la Guerra di Secessione con l’invasione dell’Iraq, la presidenza Lincoln con quella Obama, Fort Laramie con Guantanamo. POLIEDRICO E “DEPRESSO
Artista poliedrico, il triestino Alessandro Fullin ha conquistato il grande pubblico sul palco di Zelig e in programmi tra radio e Tv, ma è apprezzato in teatro e pure come prolifico autore di libri ad alto tasso di ironia. Cosa ispira un tale iperattivismo? “Il panico quando devo pagare l’Iva! - scherza Fullin - Ho dei picchi trimestrali di creatività. Quando mi chiama la commercialista e mi dice di pagare, io faccio qualsiasi cosa. Perché devo pagare... noi triestini facciamo a botte per pagar le tasse, tutte e subito. Ecco, l’ispirazione è un’idea dell’Ottocento, ma oggi tocca correr come leprotti per pagare le tasse. Ti metti lì, bevi barolo e scrivi commedie”. Eppure l’artista ama il minimalismo e, nonostante la verve in scena, in una recente intervista si confessava quasi misantropo. «Credo di esser dotato di sense of humor, ma mi definisco una simpatica da lontano - spiega - Il pubblico potrebbe pensare che io sia simpaticissimo, invece son pesantissimo. Niente joie de vivre. I comici spesso son dei depressi. Se non puoi permetterti uno psicanalista ti vesti da Cleopatra e sali sul palco. Alla fine stai meglio. Sulla scena finiscono le cose che nella vita son problemi». 
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