«Le canzoni non mi uscivano più. Quando ho fatto l’ultimo disco ho detto “basta” perché è inutile arrampicarsi sugli specchi a provare a scrivere delle canzoni. Forse è saturazione». Lo ha detto Francesco Guccini atteso e accolto come una star oggi a Pordenonelegge, alla vigilia della chiusura, domani, della Festa del Libro con gli autori arrivata alla ventesima edizione. Ma riascolta le sue canzoni? «Per l’Amor di Dio. Non solo non ascolto più canzoni, non ascolto più musica in generale. Ammesso che fossi capace di suonare la chitarra non riesco più a farlo. Cerco di dimenticare, non proprio perché ho fatto delle buone cose, ma di lasciare da parte, però le canzoni tornano sempre come il suonatore Jones di Spoon River. Una volta che le sai suonare devi suonare per tutta la vita», ha spiegato a Pordenone con il suo nuovo libro Tralummescuro (Giunti), una ballata per un paese al tramonto, la sua Pavana, che sorge tra Emilia e Toscana, ormai è disabitata e dove c’è il mulino di famiglia.
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