«A peste, fame et bello, libera nos, Domine!»: nelle Litanie dei Santi, la peste viene prima nell'ordine delle catastrofi, segno di rispetto per l'avversario più temuto.
IL RICHIAMO
«...Le parole del padre e del pastore infondono conforto ai figli... li accompagnano fino all'ultimo passaggio... perche nessuno vada perduto..., scrive nella prefazione il cardinale Angelo Scola. C'è il dolore, ma c'è anche la Speranza, quella Speranza che è la persona di Cristo Gesù, a rafforzare la vita di ogni uomo, secondo le parole del vescovo Beschi, che pure il cardinale Scola riprende nella sua prefazione: «Noi crediamo che nella morte in croce di Gesù e nella Sua sepoltura, ogni crocifisso, ogni morto, ogni sepolto sia riscattato dall'abbandono, dall'oscurità, dal nulla».
Come sottolinea Marco Dell'Oro nell'introduzione al volume, alla prima ondata della pandemia ne è seguita una seconda, e forse ora stiamo vivendo la terza. Quello che non cambia sono i sentimenti con i quali ci poniamo di fronte ad essa, non cambia il modo in cui il Coronavirus va a toccare e interrogare la nostra fede, non cambia il tempo che stiamo vivendo. È trascorso un anno, ma siamo ancora chiamati a vivere la pandemia in stretta relazione con la croce di Cristo e con la Sua risurrezione.
Uno dei pregi maggiori di questi testi sta nella loro perenne validità e insieme nella loro piena adesione e consonanza al contesto storico cui fanno immediato riferimento. È chiamato in causa l'uomo del 2020, che si trova ad affrontare qualcosa che non avrebbe mai pensato di dover affrontare. È chiamato in causa l'uomo del 2021, che si augurava un anno diverso dal precedente, che si augurava la sconfitta del Covid in tempi brevi, e che invece si trova ad avere soltanto una maggiore familiarità col Covid stesso e a riporre le proprie speranze nei vaccini. È chiamato in causa l'uomo di tutti i tempi, che riconosce la sofferenza e il dolore come elementi non estranei, ma propri della vita umana.
GLI OBIETTIVI
Il volume è suddiviso in cinque grandi capitoli: dolore, solitudine, preghiera, limite, comunità. A fronte del senso di vuoto, di rabbia, di disperazione, si erge la forza della preghiera, il valore di un sorriso, il vincolo di una comunità, piccoli segni di speranza e, soprattutto, un sentimento profondo di fede e di condivisione con i sofferenti. «Nel silenzio che accompagna la vita delle nostre città scrive Beschi - non ho fatto fatica a sentire la voce delle famiglie, delle persone sole, di tante donne e di tanti uomini. Ho avvertito i loro sentimenti, ascoltandoli e assimilandoli; sono entrati dentro di me e sono diventati i miei sentimenti: il dolore, la paura, lo sgomento, l'angoscia, il pianto, l'attesa, lo smarrimento, ma anche la speranza, la preghiera, la compostezza, la responsabilità, l'ingegno, il cuore. Quanti sentimenti! Non possiamo dimenticarne nemmeno uno!».