Non chiamateli ermafroditi, ecco Arianna, il film sull’intersessualità

Domenica 23 Marzo 2014
Non chiamateli ermafroditi, ecco Arianna, il film sull’intersessualità
Guardare il mondo dagli occhi di una giovane intersessuale romana, questo l’ambizioso progetto del regista Carlo Lavagna. Arianna ha diciannove anni e per tutta la vita ha creduto di essere una donna. Quando era una bambina i genitori l’hanno sottoposta a un’operazione di riassegnazione sessuale, decidendo di farla crescere come una ragazza.



Un tempo venivano erroneamente chiamati ermafroditi, un termine cha poco ha a che fare con la genetica e molto con la mitologia. Pochi ne sono al corrente, ma un bambino su 3000 nasce intersessuale e molti di loro devono subire il dramma della chirurgia.



Nel 2003 Lavagna vive e lavora negli USA, raccogliendo gli elementi per un documentario sull’intersessualità. Quando torna in Italia conosce Arianna, co-fondatrice della prima onlus italiana sui Disordini della Differenziazione sessuale che scompare prematuramente nel 2010.



L’idea evolve, il documentario diventa un film, la sceneggiatura vince un finanziamento dalla Direzione Generale per il Cinema (MiBACT) assegnato alle opere prime e seconde con il massimo punteggio.



Ring Film, casa di produzione cinematografica indipendente, entra nel progetto nel 2013, ma per la produzione di Arianna è ancora alla ricerca di modalità di completamento del budget. Anche Helene Louvart si appassiona al soggetto e ne diviene il direttore alla fotografia.



Sull’onda del successo ottenuto da personaggi come Spike Lee e Zach Braff, Lavagna e Ring Film individuano nel crowdfunding il nucleo della campagna, coinvolgono associazioni per la difesa dei diritti intersex e stampa in una vera e propria campagna web: #ariannafilm.



Indiegogo è la piattaforma prescelta. Il sito di global culture for digital storytelling nowness.com ne chiede l’esclusiva per le prime 24 ore online.



Fra 40 giorni il bilancio finale.

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