Artisti contro, il voto spacca lo spettacolo: da Elodie a Valeria Marini, da Incontrada
ad Al Bano, i cantanti e gli attori si schierano

L’accusa di Meloni: «Pochi dichiarano di sostenermi, temono di non lavorare più»

Domenica 11 Settembre 2022 di Andrea Bulleri
Artisti contro, il voto spacca lo spettacolo: da Elodie a Valeria Marini, da Incontrada ad Al Bano, i cantanti e gli attori si schierano
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In principio (o quasi) fu Roberto Benigni. Che dalla Terrazza del Pincio, correva il 1983, prese in braccio a mo’ di sposa un incredulo Enrico Berlinguer, capo del Pci, tra gli applausi festanti della folla: «Vero comunista garantito!». Undici anni dopo ecco Raimondo Vianello che durante un programma tv si schiera senza remore con Silvio Berlusconi: «Per la prima volta in 45 anni – proruppe il comico – conosco il candidato per cui voterò».

Ne è passata di acqua sotto i ponti, da allora. Ma a ogni elezione il tormentone si ripete: per chi vota il partito dei vip? Artisti, cantanti, attori, volti del piccolo e del grande schermo. In bilico tra la voglia di schierarsi e il pericolo di esporsi, con il rischio di inimicarsi una fetta del proprio pubblico. Disillusi, talvolta, o più spesso pentiti. Come nel caso di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che dopo aver accompagnato Walter Veltroni sul suo pullman elettorale (era il 2008) sulle note di “Mi fido di te” prese le distanze: «Oggi non presterei più una mia canzone alla politica», tagliò corto qualche anno più tardi.

Delusi si dichiararono anche i molti big dello spettacolo che nel 2013 e soprattutto nel 2018 avevano dichiarato la loro fiducia nel Movimento 5 Stelle, da Fiorella Mannoia a Claudio Santamaria, da Michele Riondino a Ivano Marescotti. Così andava fino a qualche anno fa: e oggi? 

 


IN DIFESA DI GIORGIA
Oggi, a due settimane dalle urne, gli artisti che hanno scelto di schierarsi a favore di uno dei front-runner in corsa si contano sulle dita di una mano. Al punto che ieri, dal palco di Trento, Giorgia Meloni è sbottata: «È possibile che un partito stimato al 27% non abbia nemmeno un sostenitore nel mondo dello spettacolo? Possibile – si è risposta la leader di FdI – perché dichiarare simpatie di destra impedirebbe loro di lavorare». In realtà qualcuno che negli ultimi giorni ha preso le sue difese c’è.

Anche se in modo discreto. «Ho lavorato per 60 anni e sono sempre stato lontano dalle forze politiche – si è lanciato ad esempio Albano Carrisi – C’è stato un periodo in cui chi abbracciava una certa ideologia aveva le porte della carriera spalancate: io non l’ho mai fatto». Il cantautore di Cellino San Marco però ha voluto spezzare una lancia in favore di Meloni: «È sbagliato insultarla perché, anche se si hanno idee diverse, non è così che si discute».

 
Lo stesso ha fatto la showgirl Valeria Marini, protagonista di un botta e risposta social tutto politico con Selvaggia Lucarelli. «Cara Selvaggia – ha risposto piccata Marini a una critica della giornalista – hai tanto da imparare da Giorgia Meloni... Per esempio il rispetto che ha per gli altri e soprattutto per le donne». Due giorni fa è toccato a Caterina Balivo, interrogata sulla questione degli appelli delle artiste contro la leader FdI: «Dire quello che ti spaventa è da parac... Perché non dici quello che ti interessa?». Spostando indietro le lancette dell’orologio, ecco che dagli archivi spuntano altre prese di posizione a favore di Meloni: quella del cantante Enrico Ruggeri, ad esempio. «Giorgia al governo? La vedrei bene, finalmente avremmo una donna premier», dichiarò un anno fa a Libero.


«PAURA» DELLA DESTRA
Chi invece della destra al governo dice di aver «paura» è Ornella Muti. Ma pure Vanessa Incontrada: «Meloni mi spaventa molto – ammette l’ex conduttrice di Zelig, citando il comizio di Vox («soy una madre...») – Non amo e non condivido il suo tipo di politica». Ma la carica dei vip antimeloniani è nutrita. E comprende anche le cantanti Elodie («è una donna, ma parla come un uomo del 1922») e Giorgia. E pure Loredana Bertè. Che sulla fiamma nel simbolo di FdI affonda: «Signora Meloni, si vergogni. E la chiamo signora perché lei di onorevole non ha nulla». Qualche giorno prima, da Instagram, aveva detto la sua Chiara Ferragni (che sul social vanta un seguito da 27 milioni di follower). L’influencer aveva tuonato contro Fratelli d’Italia, che «ha reso impossibile abortire nelle Marche: dobbiamo far sì che queste cose non accadano», l’appello.


IL RAPPER
E se una storica pasionaria della sinistra come Alba Parietti (che nel 2008 lanciò la sua candidatura alle primarie del Pd) stavolta si smarca, affermando di «sperare nella figura di Meloni» (anche se «non condivido nulla del suo pensiero», precisa), la palma di endorsement che non ti aspetti va al rapper ventunenne Baby Gang. Che su Instagram esordisce così: «Gira e rigira il capo rimane sempre lui»: Silvio Berlusconi.

«Quando c’era lui l’Italia era la vera Italia, non si può dire nulla a sto uomo. Forza Italia». E mentre i Cinquestelle sembrano far fatica a recuperare i consensi dei tanti artisti che negli anni hanno perso per strada, una delle front-woman del Terzo polo incassa l’appoggio di Gabriele Muccino (che pure si mostra critico via twitter con la decisione di Calenda di sganciarsi dal centrosinistra). «Mara Carfagna – si rivolge il regista alla ministra – perché non ti sei allontanata prima da FI? Avresti dovuto aspirare a diventare premier».

Intanto il leader di Azione, in visita a Brescia, si scatta una foto in compagnia di Cristina Fogazzi, alias l’Estetista Cinica (poco meno di 1 milione di follower e quasi 62 milioni di euro di fatturato). «Mi piace», lo aveva incoronato lei tempo addietro. Chissà se la penseranno così anche le sue fan. 

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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