La parola di questa settimana flame. Letteralmente vuol dire fiamma ma nel linguaggio dei social forum, dei blog, dei newsgroup e nelle comunicazioni via e-mail sta ad indicare un messaggio offensivo inviato allo scopo di colpire qualcuno.
La fiamma, in questo caso, richiama un concetto di dannosità e chi manda questi messaggi denigratori si chiama flamer. Questa pratica, che negli anni si è andata consolidando, talvolta può anche generare dei veri e propri conflitti, denominati flame war.
Tale attività, compiuta attraverso l’invio di messaggi denigratori, si chiama flaming. Chi invia flame, è anche il troll, nello specifico un utente della rete, che spesso agisce in forma anonima o confondendo la sua identità con quella di altri utenti, il cui comportamento polemico e offensivo ha lo scopo di creare confusione e/o colpire avversari.
Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 20:45
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Tale attività, compiuta attraverso l’invio di messaggi denigratori, si chiama flaming. Chi invia flame, è anche il troll, nello specifico un utente della rete, che spesso agisce in forma anonima o confondendo la sua identità con quella di altri utenti, il cui comportamento polemico e offensivo ha lo scopo di creare confusione e/o colpire avversari.