Diego Abatantuono: «Il botteghino? Ho fatto la fortuna dei registi, con me incassi sicuri»

Lunedì 13 Settembre 2021 di Ilaria Ravarino
Diego Abatantuono: «Il botteghino? Ho fatto la fortuna dei registi, con me incassi sicuri»

Un suocero molto, forse troppo, affezionato al genero. Una passione che sconfina, dalla simpatia all'attrazione, per un maschio di 13 anni più giovane, il genero perfetto capace di risvegliare i sensi non proprio sopiti di un uomo «che ha ancora molto da dire». È un ruolo ironico, piccolo ma singolare, quello che il milanese Diego Abatantuono, 66 anni, ricopre nella miniserie Sky Ridatemi mia moglie, trasmessa in due parti, oggi e il 20 settembre su Sky e NOW, e liberamente tratta dalla miniserie BBC I Want My Wife Back del 2016.

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LA VERSIONE
La storia, nella versione inglese come in quella originale, ruota intorno a Giovanni, interpretato dal 53enne Fabio De Luigi, che all'improvviso e solo apparentemente senza motivo viene lasciato dalla compagna Chiara (Anita Caprioli).

Dalla sua parte, nel tentativo di riconquistare l'amor perduto, si schierano il miglior amico Antonio (Alessandro Betti) e il suocero Renato, interessato a Giovanni da altri punti di vista. «È un suocero particolare, con una sua anomalia: uno che tutti credevano avesse trovato la pace dei sensi, e che invece ha ancora molto da dire - spiega Abatantuono - È una caratteristica del personaggio che forse meritava di essere ampliata, di avere più spazio, ma pazienza. È che sono abituato a fare il protagonista». Ma per Abatantuono, dopo una vita spesa al cinema, è una novità anche il ritorno al piccolo schermo: «Ho fatto Il Commissario Corso trenta anni fa, poi Il giudice Mastrangelo. Non ho niente contro la tv, ma non ho mai trovato ruoli davvero convincenti».


L'AMICO
Compagno, dalla fine degli Anni Ottanta, di Giulia Begnotti, che fu moglie del regista Gabriele Salvatores, «per lei lasciai mia moglie, ma mi andò bene, perché c'era Gabriele, che è un amico. La nostra era una situazione delicata, con figli di mezzo. Siamo stati bravi, a differenza di tanta gente che oggi fa figli a vanvera: ci vorrebbe una patente, per riprodursi». Proprio con Salvatores, in film come Mediterraneo o Marrakech Express, Abatantuono è stato il paladino della complicità maschile: «Ma io alla pace dei sensi non ho mai pensato, anche se è vero che a una certa età trovare il companatico diventa difficile. Nella vita mi sono trovato a lasciare le donne, più che essere lasciato. Non ho mai provato a riconquistarne una: piuttosto mi sono fatto desiderare, le minestre riscaldate non mi sono mai piaciute». Adesso, giura, «i miei pensieri sono tutti per i nipotini, ho un genero che fa il cardiochirurgo e penso che in futuro sarà più utile lui a me che io a lui», e dopo il passaggio su Amazon con il programma culinario Dinner Club il 24 settembre, ancora accanto a De Luigi, Abatantuono spera di tornare al cinema proprio con Salvatores. «L'ho chiamato all'inizio del mese per fargli gli auguri, visto che sta girando il suo nuovo film. Gli ho detto: dobbiamo fare un altro film insieme, anche perché vista l'età che abbiamo potrebbe essere l'ultimo. Parlo per me: anche se lui è più grande, è sempre stato più morigerato. È uno che si cura, attento alla salute. Una specie di Carlo Verdone della regia».

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L'IMPEGNO
Il suo prossimo impegno sarà comunque al cinema, con Il Mammone di Giovanni Bognetti, ma l'ultima volta accanto a Salvatores risale al 2019 con Tutto il mio folle amore: «Per il film successivo, Comedians, Gabriele mi propose il ruolo che poi è andato a Christian De Sica, che l'ha fatto benissimo. Non mi convinceva, gliel'ho detto. Siamo abbastanza in confidenza per dirci le cose come stanno». Nessuna paura di dire no, «alla mia età mi posso permettere di dire quello che voglio. Per esempio posso dire che sono un attore che ha sempre fatto incassare i registi. Marrakech, Io non ho paura, in generale i film fatti insieme sono quelli con cui Gabriele ha incassato di più. E lo stesso vale per Giovanni Veronesi o Pupi Avati. Sono certo che avremo ancora molto da fare insieme, a partire dal sogno di una vita: festeggiare Mediterraneo, che quest'anno fa 30 anni, tornando tutti insieme nell'isola dove girammo il film».

Ultimo aggiornamento: 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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