Da Nobel a Ig Nobel: da Luc Montagnier negazionista al Terravecchismo di Smalley, scienziati in caduta libera. E viceversa

Lunedì 17 Gennaio 2022
Da Nobel a Ig Nobel: gli scienziati passati dal premio più prestigioso alle bufale E viceversa

Il passaggio dalla gloria al dileggio è assai più frequente del contrario, ovvero da risate e commiserazione al premio Nobel. Di certo si è appreso, nel corso degli anni, che il riconoscimento più prestigioso, quello assegnato dall'Accademia di Stoccolma, dà lustro e un po' di denaro, ma non il superpotere dell'infallibilità. Ed è stata coniata anche la definizione Sindrome da Nobel per indicare chi pensa di restare autorevole a vita dopo avere ricevuto il premio.

E, come era accaduto ad esempio con gli studi e le ricerche sull'Hiv (virus dell'immunodeficienza umana) anche la pandemìa da Covid ha causato mille polemiche nella comunità scientifica per l'atteggiamento di luminari anche di rango, persino insigniti del Nobel. Come sempre servono comunque prudenza e tempi lunghi anche per valutare posizioni e affermazioni che contrastano con quelle della maggioranza della comunità scientifica, ma spiccano in questi scenari personaggi del calibro di Luc Montagnier che ha ricevuto il Nobel per la Medicina nel 2008 per la scoperta del virus dell'Aids, e, andando più indietro negli anni, James Watson e Francis Crick, nel 1962 Nobel per la Medicina per gli studi sul Dna.

Nel resto della loro vita, però, sono arrivate polemiche accuse.

In un caso almeno, però, restando nella Serie A della scienza, è accaduto il contrario: uno studioso è passato dal premio “Ig Nobel” (il riconoscimento burla ideato dalla rivista scientifica-umoristica statunitense Annals of Improbable Research) al premio Nobel.

Luc Montagnier, dal Nobel per la Medicina alla memoria dell'acqua e al negazionismo dei vaccini anti Covid

Non sono solo le sue ferme e pubbliche posizioni no vax di questo periodo di pandemìa Covid a mettere al centro dell'attenzione il 90enne scienziato francese premio Nobel per la Medicina nel 2008. Già negli anni seguente salirono le critiche per il sostegno agli studi sulla memoria dell'acqua su cui si basa anche l'omeopatia. Contestate anche le sue affermazioni sui presunti legami tra vaccini e autismo.

Linus Pauling, due Nobel prima di sostenere la medicina ortomolecolare contro il cancro

L'americano Linus Pauling (1901-1994) di Nobel ne ha vinti addiruttura due: Chimica (natura dei legami chimici) e Pace (era un attivista pacifista, assai seguito durante gli anni della guerra nel Vietnam) e questi suoi risultati non sono mai stati messi in discussione. Però anche l'unico vincitore di due Nobel in solitaria (ovvero non condivisi con altri) si imbarcò in una campagna poi ritenuta fallimentare: fondò la medicina ortomolecolare che prevede l'uso di forti dosi di vitamine per curare il cancro e malattie cardiocircolatorie. Studi bocciati più volte negli anni.

Kary Mullis nega il legame fra Hiv e Aids

L'americano premio Nobel per la Chimica nel 1993 (tecnica della reazione a catena della polimerasi che permette di moltiplicare frammenti del Dna per molteplici usi), scomparsi nel 1991, spicca in questo elenco non tanto per gli elogi all'uso dell'Lsd, ma per avere negato il legame fra Hiv e Aids sostenendo pubblicamente tesi negazioniste. Certo della validità dell'astronomia e della presenza degli alieni sulla Terra, negava l'esistenza dei cambiamenti climatici. Infine le accuse di molestatore seriale di donne.

Alexis Carrel e l'esaltazione dell'eugenetica nazista

Francese (1873-1944), a 29 anni era nel santuario di Lourdes dove si convinse di avere assistito a un miracolo. Nel 1912 gli fu assegnato il Nobel per la Medicina per i suoi studi sui trapianti di organi sui quali si fondano ancora gli interventi chirurgici. Un Grande della Medicina, insomma, però divenne un sostenitore dell'Eugenitica (migliorare la specie umana attraverso la selezione degli individui) sostenendo pubblicamente i programmi eugenetici dei nazisti.

James Watson e Francis Crick e la selezione della razza umana 

Giganti della Medicina (americani, il primo ha 93 anni, il secondo è morto) per le loro scoperte sul Dna, hanno esasperato l'ipotesi dell'uso delle pratiche eugenetiche e della modifica del Dna per dirigire l'evoluzione e arrivare a una specie umana immune da malattie e persino più avvenente.

Niko Tinbergen e i bambini autistici curati con la forza

Olandese, scomparso nel 1988, ha vinto il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina grazie alle scoperte sull'organizzazione modelli comportamentali individuali e sociali degli animali. Finì anche in un campo di concentramento e nazista e uno dei sui quattro fratelli vinse il Nobel per Economia. Per curare un figlio che riteneva affetto da autismo, sindrome in realtà mai diagnosticata, applicò principi dell'Etologia alle cure per i bambini sviluppando la Holding Therapy. Il bambino va trattenuto con la forza fino a quando si è certi di essere riusciti a stabilire un contatto (sguardi o parole). Terapia che non ha trovato altrove fondamenti scientifici.

William Shockley e la sterilizzazione degli individui meno intelligenti

Americano nato a Londra, scomparso nel 1989, vinse il premio Nobel per la Fisica nel 1975 per le ricerche sui semiconduttori e sui transistor, indispensabili anche per creare i computer. Se la Silicon Valley è nata in California lo si deve essenzialmente a lui. Per molti anni, però, sostenne con una gigantesca pubblicista, teorie eugenetiche arrivando a suggerire di sterilizzare, dietro compenso, agli individui con quoziente d'intelligenza inferiore a 100.

Ivar Giaever, paladino dei negazionisti del cambiamento climatico

Norvegese, 91 anni, premio Nobel per la Fisica nel 1973 (ricerche su conduttori e semiconduttori) che con i suoi discorsi anche durante prestigiosi simposi è fra gli scienziati più citati dai negazionisti dei cambiamenti climatici. Considera infondati tutti gli allarmi sul riscaldamento terrestre, anche davanti all'evidenza di dati scientifici. Fa parte del board di consulenti dell'Heartland Institute e si schierò anche contro Barack Obama.

Richard Smalley, dal fullerene al Terravecchismo

Americano, morto nel 2005, premio Nobel per la Chimica nel 1996 per la scoperta del fullerene (strutture molecari del carbonio decisive ad esempio per le nanotecnologie), negli ultimi anni della sua vita divenne un sostenutore del creazionismo della Terra vecchia (da non confondere con il creazionismo della Terra giovane) che incrocia evidenze scientifiche con passi della Bibbia. Creazionismo che per questa corrente di pensiero è ancora in corso da parte di Dio. Per chi crede in queste teorie, ad esempio, la creazione di Adamo ed Eva è effettivamente avvenuta come riportato nella Genesi, semmai c'è da discutere sui tempi: una settimana o miliardi di anni? Almeno Smalley ha continuato a dare manforte ai colleghi che sostengono i cambiamenti climatici.

Andrej Gejm, dal premio Ig Nobel con la rana volante e al Nobel per la Fisica

Ecco invece chi ha compiuto il percorso inverso. E' un fisico olandese di origini russe, 64 anni, che ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 2010 per gli studi sulla levitazione diamagnetica e sul grafenere per gli studi compiuti sul grafene che hanno permesso di creare nuovi materiali come l'adesivo biomimetico Gecko Tape ispirato alle capacità del Geco di aderire con le zampe a quasi tutti di superfici. Dieci anni però, il fisico si era distinto in senso opposto (e finora è l'unico) vincendo il premio Ig Nobel per le ricerche sulla rana volante. Volante nel senso che l'anfibio restò a fluttuare a mezz'aria garzie a un sistema di “magneti” che contrastava la forza di gravità. Ig Nobel, in questo caso, ha premiato il fisico non tanto per deriderlo, ma per la curiosità sollevata dalla sua ricerca.

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 17:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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