Un Concertone pop.
Ambra conduce, Max Pezzali incanta la folla
Condotto dall’ex reginetta di “Non è la Rai” Ambra Angiolini, per la quinta volta al timone, l’evento quest’anno è stato un potpourri iper pop, tra ex talent, icone della “Gen Z” e campioni dello streaming, da Deddy (rivelazione dell’ultima edizione di “Amici” di Maria De Filippi) a Ariete, passando per gli Psicologi, Bresh, Rkomi, Coez. Sono stati loro i più applauditi dalla piazza, insieme a star del pop italiano – di vecchia e nuova generazione – al loro debutto assoluto sul palco del Concertone, come Max Pezzali (non si è visto in tv, ma il fuorionda durante il quale la folla di Piazza San Giovanni ha cantato all’unisono i ritornelli de “Gli anni” e “Come mai”, durante uno stacco pubblicitario, è stato uno dei momenti più belli).
«Ciao ciao», La Rappresentante di Lista è la star
A infiammare la piazza in apertura del segmento serale, dopo la pausa tg, è stata La Rappresentante di Lista: “Amare” e “Ciao ciao” è stato l’uno-due perfetto che ha fatto scatenare i ragazzi sotto il palco, tra funk, pop apocalittico (“Questa festa è la fine del mondo”, la scritta dietro la giacca del polistrumentista Dario Mangiaracina) e ritmi tribali. È il loro momento e sono stati i migliori in assoluto. A ricreare sul palco le atmosfere dei gloriosi Concertoni degli anni a cavallo tra i ‘90 e i primi Duemila è stata Carmen Consoli: accompagnata da Marina Rei alla batteria, la cantantessa siciliana – alla sua nona partecipazione: si è visto e sentito – ha fatto ascoltare “Per niente stanca”, “Besame Giuda”, “Geisha” e “Confusa e felice”. Il momento revival è durato poco: subito dopo di lei sono arrivati Rkomi, Luchè, Mara Sattei, Gazzelle, che hanno riportato le lancette del tempo al presente.
L’organizzatore Massimo Bonelli, che muove i fili del Concertone da ormai otto anni, alla vigilia era stato chiaro: “Negli Anni ‘20 del nuovo millennio il Concerto del Primo Maggio dev’essere l’emporio della musica italiana: chi sta iniziando a fare un percorso importante qui trova un primo palco televisivo che lo sdogana al grande pubblico”. Marco Mengoni – anche lui debuttante al Concertone – durante il suo set ha suonato una cover di “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan. E proprio al Bardo di Duluth rubiamo un verso che si presta bene a definire il nuovo corso del Concertone: “The times they are a-changin’”, “I tempi stanno cambiando”. O forse sono cambiati già.