Christian De Sica: «Da giovane mi proposero un calendario nudo. In passato sono stato più volte derubato»

Parla il popolare attore romano: «Invidio Zalone, l’unico a cui si perdona la comicità cattiva»

Domenica 9 Aprile 2023 di Andrea Scarpa
Christian De Sica: «Da giovane mi proposero un calendario nudo. In passato sono stato più volte derubato»

CHRISTIAN DE SICA. Fa il giudice in tv (dopo quattro edizioni a Tale e Quale Show di Carlo Conti, ora è impegnato con Il cantante mascherato di Milly Carlucci, sempre su Rai1), salta da un set all’altro (ha finito di girare I limoni d’inverno di Caterina Carone, e fra un po’ sarà sul set del prossimo lavoro di Paolo Virzì), fa su e giù con Milano da quando - due mesi fa - la figlia Maria Sole l’ha fatto diventare nonno per la prima volta.

Che Pasqua sarà?

«Da oggi a martedì resterò a Milano, dove mia figlia si è trasferita da Belluno con il compagno, e non farò altro che spupazzarmi la mia nipotina Bianca.

Poi tornerò agli impegni di questo periodo: sto facendo le prove di lettura del film L’altro Ferragosto di Virzì, in pratica Ferie d’agosto 2, poi mi dedicherò alla prova costumi e quindi a quelle di recitazione. Si comincia sul set il 24 aprile. Gireremo per otto settimane sull’isola di Ventotene».

Per caso il suo personaggio ricorda quello interpretato dallo scomparso Ennio Fantastichini nel precedente?

«No, è diverso. Non lo sostituisco, ma anch’io sarò il compagno di Sabrina Ferilli, come Ennio nel primo. E anch’io sarò un uomo di destra».

Che Italia si racconta?

«Un Paese un po’ confuso».

A proposito, lei a settembre è andato a votare?

«Non vado da tempo. E l’ultima volta che l’ho fatto, tempo fa, ho sbagliato clamorosamente».

Si riferisce al 2016 quando votò Virginia Raggi sindaca di Roma?

«Sì, ma non voglio parlarne. Gli attori sono come le puttane: sono di tutti e apartitici».

E dopo tutti i complimenti e gli inviti a lavorare insieme che gli ha fatto pubblicamente, Checco Zalone si è mai fatto vivo con lei?

«Non c’è stata occasione. Non lo frequento. Però mi piace moltissimo lo stesso, è l’unico comico italiano che se ne frega del politicamente corretto e anche per questo ha un successo enorme e strameritato. Io e gli altri, invece, siamo un po’ fregati da quando c’è questa follia. Se io dovessi fare oggi le battute fatte in passato nei cinepanettoni mi lapiderebbero».

 

Quindi far ridere è diventato molto difficile?

«Sì, certo. La comicità è cattiva: si ride con il demonio non con San Francesco. Con la vecchia che casca per terra, non con il ragazzino. Solo che oggi c’è spazio solo per le commmediole leggere leggere o i drammi. La farsa non si può più fare».

Ma è vero che ogni tanto le scappa una cattiveria?

«No, sono profondamente buono e generoso. I miei difetti sono altri: permaloso e prepotente».

Quando si impermalosisce?

«Sono diligente, studio i copioni a memoria, e non arrivo mai in ritardo. Posso piacere o no, ma se qualcuno mi critica dicendo che non sono un professionista mi offendo».

Un lontano parente di sua madre, lo spagnolo Ramòn Mercader, nel 1940 uccise con una picconata il dissidente comunista ucraino Lev Trotzky: lei un colpettino leggero leggero a chi lo darebbe?

«Quella storia dell’assassino di famiglia è una storia incredibile. Comunque a nessuno, dai... A chi mi rompe auguro tanti e grossi foruncoli al sedere (ride)».

Il primo della lista?

«Con il cazzo che lo dico (ride)...».

Se un attore d’esperienza come Pino Insegno, di cui tanto si parla in queste settimane come uomo nuovo della Rai, le offrisse una farsa da fare insieme accetterebbe?

«Chi lo sa? Io conosco il fratello Claudio, che fa musical ed è molto bravo. Con Pino vent’anni fa ho fatto per Rai1 una serie con Ornella Muti: si chiamava Lo zio d’America. Poi nient’altro. Vediamo. Al momento lavoro come un pazzo. Ho l’agenda piena fino al prossimo inverno».

Ma com’è che proprio adesso, a 72 anni suonati, la vogliono tutti?

«E che ne so? Quando ero giovane facevo solo il film di Natale, ora mi offrono qualsiasi cosa. La vita è fatta così».

Non ha più “la faccia da stronzo”, come disse Costanzo tanti anni fa, invitandola a puntare proprio su quella?

«Esatto. E forse in giro si è anche capito che so fare questo lavoro. Prima più di un addetto ai lavori diceva: “Questo gioca...”».

E adesso che partita sta giocando?

«Fino a pochi anni fa avevo un contratto d’esclusiva con Aurelio De Laurentiis e non potevo fare altro. Adesso no e quindi posso spaziare e fare quello che voglio. Diciamo che “come me soni te abballo” (ride). In Limoni d’inverno, per esempio, film drammatico di Caterina Carone che uscirà a breve, recito con Teresa Saponangelo e sono un malato di Alzheimer».

A proposito, vista l’età, cos’è cambiato per lei negli ultimi anni?

«La verità? Mi sembra niente. L’Italia, in fondo, e lo dico con un po’ di amarezza, è un Paese per vecchi. Mi è andata bene».

Il segreto?

«Coraggio, a volte incoscienza, tanta fortuna. Senza quest’ultima, visto che “i figli di” in Italia sono odiati, non ce l’avrei mai fatta. Agli inizi gli addetti ai lavori mi massacrarono».

Come?

«Imita De Sica, e io imitavo Sordi. Vuole fare il padre, ed era semplice dna. È raccomandato, e papà era morto. Me l’hanno tirata. Alla fine, però...».

Cosa?

«Se non fai guadagnare soldi, nessuno ti fa lavorare. Senza incassi torni a casa. Ecco, quello ha aggiustato tutto».

Lo sfizio da togliersi?

«Una bella e lunga vacanza».

La bellissima villa di Capri, che cerca di vendere da tempo, alla fine l’ha data via?

«Ancora non lo so». 

D’istinto, oggi, cosa non farebbe mai?

«Un calendario nudo». 

Gliel’hanno mai proposto?

«Sì, certo. Da giovane».

In assoluto cosa non rifarebbe?

«Ho una bella famiglia, amici che mi vogliono bene, e qualche film che forse avrei potuto evitare, ma onestamente rifarei tutto. Anzi, no: seguirei di più la parte economica della mia vita. Non ci capisco niente e sono stato ripetutamente derubato da imbroglioni e ladri di varia natura». 

Con Massimo Boldi ha un altro film in programma?

«Per ora siamo ancora in alto mare. Vedremo».

Per caso sta scrivendo un altro libro?

«Sì, il seguito di Figlio di papà, che nel 2008 ha venduto tanto e così l’editore mi ha proposto il bis. La spinta ad accettare me l’ha data lo spettacolo Una serata tra amici, che ho portato in giro fino a quest’estate: cantavo e raccontavo ricordi di ogni tipo. In fondo, sono nato quando papà aveva 50 anni e frequentava da tempo gente straordinaria, da Charlie Chaplin a Sophia Loren, che grazie a lui ho conosciuto anch’io».

In più occasioni ha detto che Aurelio De Laurentiis ha comprato il Napoli grazie ai soldi che ha incassato con i vostri cinepanettoni, suoi e di Boldi: parteciperà ai festeggiamenti, De Laurentiis l’ha invitata?

«Non mi sembra. Se riesco a liberarmi, vado volentieri per l’amore che ho per Napoli. Ma per ora non ho progetti particolari in ballo».

In Rete c’è un divertente video di FanPage in cui parla del suo “coccodrillo”, l’articolo già scritto che si usa nei giornali quando muore un personaggio noto. Quando sarà, fra cent’anni, cosa le piacerebbe portarsi dietro come gli antichi egizi?

«La pipetta elettronica. E i dischi di Frank Sinatra. Tutti».

Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 13:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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