È morto il chimico Premio Nobel, Paul Crutzen: papà dell'Antropocene e del “buco dell'ozono”

Venerdì 29 Gennaio 2021
È morto il chimico Premio Nobel, Paul Crutzen: papà dell'Antropocene e del “buco dell'ozono”

È morto ieri in Germania all'età di 87 anni dopo una lunga malattia il chimico e meteorologo olandese Paul Crutzen, Premio Nobel per la Chimica nel 1995. Fu lui insieme a Frank Sherwood Rowland a portare avanti il lavoro pionieristico sulla formazione e sulla decomposizione dell'ozono. Furono insomma i primi scienziati a scoprire il buco dell'ozono.

L'annuncio della scomparsa è stato dato dal Max-Planck-Institut für Chemie a Magonza (Germania), di cui è stato direttore dal 1980 al 2000. «Paul Crutzen è stato un pioniere in molti modi - ha detto il suo successore Martin Stratmann - È stato il primo a mostrare come l'attività umana danneggi lo strato di ozono.

Le sue scoperte sono alla base del divieto mondiale di usare le sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono». Nel 2000 Crutzen ha coniato il termine “Antropocene, riferito all'attuale era geologica, la prima nella quale le attività dell'uomo hanno influsso diretto sul clima.

Addio a Mario Molina, il primo chimico che lanciò l'allarme sul buco dell'ozono

È autore del libro «Benvenuti nell'Antropocene! L'uomo ha cambiato il clima, la Terra entra in una nuova era» (Mondadori, 2005). Nel 1970 Crutzen dimostrò che gli ossidi di azoto presenti nell'atmosfera erano tra i principali responsabili della riduzione dell' ozono (Rowland e Molina scoprirono poi che gli altri responsabili erano i cloro-fluoro-carburi, Cfc, gas impiegati nelle bombolette spray e nei circuiti di refrigerazione) e previde che lo strato di ozono si sarebbe ridotto sensibilmente nei decenni successivi. Le ricerche di Crutzen, Rowland e Molina condussero così alla definizione del cosiddetto «protocollo di Montréal» del 1987, che ha imposto la riduzione progressiva dell'uso dei Cfc e la loro sostituzione con sostanze chimiche non dannose per l'ozono.

Nato ad Amsterdam il 3 dicembre 1933, dopo aver completato gli studi di ingegneria civile e aver lavorato per alcuni anni in questo settore, Crutzen si è trasferito (1959) presso il Dipartimento di meteorologia dell'Università di Stoccolma. Nel 1965 ha cominciato a interessarsi alla chimica dell'atmosfera, sviluppando un modello della distribuzione delle diverse forme di ossigeno e studiando i processi fotochimici coinvolgenti l' ozono nella troposfera (dove costituisce un inquinante) e nella stratosfera (dove, viceversa, svolge una funzione di protezione della Terra dalla componente ultravioletta della radiazione solare). Nel 1974 si è trasferito presso il National Center for Atmospheric Research a Boulder, in Colorado, insegnando alla Colorado State University, a Fort Collins. Dal 1980 al 2000 è stato direttore della divisione di chimica dell'atmosfera presso il Max-Planck-Institut für Chemie a Magonza. Era socio straniero dell'Accademia Nazionale dei Lincei e membro della Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano. Crutzen è stato il primo a riconoscere (1970) l'azione catalitica esercitata dagli ossidi di azoto nelle reazioni di decomposizione dell' ozono. Questi lavori hanno aperto la strada alle successive ricerche dell chimico messicano Mario Molina (1943-2020) e del chimico statunitense Frank Sherwood Rowland (1927-2012) che hanno messo in luce il meccanismo attraverso cui i clorofluorocarburi contribuiscono alla riduzione della concentrazione dell' ozono stratosferico. Per queste ricerche Crutzen ha ricevuto (con gli stessi Molina e Rowland) il Premio Nobel per la chimica nel 1995.

Ultimo aggiornamento: 13:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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