Bridgerton, la Regina Carlotta: la vera storia della donna che sposò re Giorgio III, il sovrano che diventò pazzo

Andata in sposa giovanissima a re Giorgio III, ebbe un matrimonio felice, ma fu anche messa alla prova dalla malattia di lui, che all'epoca venne etichettata come pazzia.

Lunedì 24 Aprile 2023 di Gloria Satta
Bridgerton, la Regina Carlotta: la vera storia della donna che sposò re Giorgio III, il sovrano che diventò pazzo

I fan irriducibili di Bridgerton non dovranno aspettare la terza stagione della serie-cult ambientata tra gli aristocratici inglesi dell'Ottocento e in programma su Netflix, pare, alla fine dell'anno.

Il 4 maggio sbarcherà sulla piattaforma La Regina Carlotta - Una storia di Bridgerton, spin-off o meglio prequel del racconto originale di cui conserva, oltre ai vari personaggi, gli ingredienti doc: ambientazioni e costumi fastosi, dialoghi fulminanti, intrighi e scandali, matrimoni combinati, ironia, scene di sesso incandescenti. E protagonisti dalla pelle nera, come ha voluto fin dall'inizio la vulcanica creatrice e showrunner Shonda Rhimes che continua ad ispirarsi ai romanzi storici di Julia Quinn (Mondadori).


IL DESTINO
La nuova miniserie è consacrata a uno dei personaggi principali di Bridgerton, la regina Carlotta, e alla sua storia d'amore con Re Giorgio III raccontata in due momenti diversi, la giovinezza e la maturità, con altrettante attrici che si danno il cambio: Carlotta poco più che adolescente è la 21enne India Ria Amarteifio, stella emergente dalla bellezza grintosa (era nella serie Sex Education) mentre Carlotta da adulta, allietata da ben 15 figli, torna ad affidarsi al fascino sicuro di Golda Rosheuvel, 53 anni, guyanese naturalizzata britannica, esponente della Royal Shakespeare Company, già vista in Dune. Re Giorgio ragazzo è Corey Mylchreest, classe 1998 e un prestigioso passato teatrale. Tornano, anche in questo prequel, vecchie conoscenze come Lady Violet (Ruth Gemmel), Lady Danbury (Adjoa Andoh da adulta e Arsema Thomas da giovane), il fidato consigliere Brimsley (Hugh Sachs).
La miniserie comincia quando la giovanissima Carlotta, temperamento ribelle, si reca recalcitrante a Londra per conoscere il promesso sposo che non ha mai incontrato. «Perché proprio io?», chiede al fratello che la scorta. «Ci sono destini peggiori che sposare il Re d'Inghilterra», risponde serafico lui. Ma già al primo incontro, tra i due predestinati scocca la scintilla.


LE NOZZE
Il racconto prosegue dunque con il matrimonio (all'inizio complicato perché il giovane re passa tutto il tempo a guardare le stelle col telescopio), e poi con l'ascesa al potere della regina che determinerà un cambiamento sociale, cioè la nascita dell'alta società inglese che fa da sfondo a Bridgerton. Ma chi è veramente Carlotta, realmente esistita anche se non aveva la pelle nera? «India e io non ci siamo consultate prima di interpretare lo stesso personaggio», rivela in collegamento Golda Rosheuvel, «ognuna ha costruito la sua Regina che mantiene però una costante a tutte le età: pur essendo vissuta tra il Settecento e l'Ottocento, è una donna che sa chi è e cosa vuole, tenace e caparbia. Modernissima. Abbiamo molto da imparare da lei». L'attrice indossa costumi elaborati e monumentali parrucche: «Per vestirmi e truccarmi impiegavo due ore e mezzo al giorno», dice, «ma il mio look è parte integrante del personaggio: esprime il suo carisma, impone la sua presenza».


IL SESSO
India Ria è pronta alla celebrità. «Non esiste molta documentazione su Carlotta da giovane», spiega, «così mi sono affidata alla fantasia di Shonda Rhimes che ha inventato un mondo straordinario». Ecco Corey Mylchreest: «Ho voluto rendere contemporaneo il mio Re Giorgio e raccontare il suo amore incondizionato per la Regina». E le scene di sesso che costellano i 6 episodi? «Sul set era presente l'intimacy coordinator (la figura anti-denunce nata dopo il #MeToo, ndr) e, pur essendo in un momento di vulnerabilità, ci siamo sentiti protetti», rispondono a una voce i due attori, «ma non c'è stata improvvisazione, quelle sequenze erano previste dal copione. Interpretarle è stato un lavoro tecnico, una performance come un'altra».

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