Gli occhi blu mare di Anna Safroncik sono ucraini. L'attrice è infatti nata a Kiev, capitale dell’Ucraina, e da qualche giorno vive nel terrore. La Russia ha attaccato l'Ucraina, la guerra è scoppiata e la situazione paralizza.
Anna Safroncik, la paura per il padre a Kiev
Anna a Kiev ha il padre, un professore universitario. «Sento mio padre ogni ora per sapere come va. Siamo molto angosciati e nessuno ha dormito stanotte». Vorrebbe riportare i suoi cari fuori dall'Ucraina anche la 41enne. «Vorremmo portare via i nostri cari da Kiev, ma al momento è impossibile. Vige la legge marziale, e soprattutto qualunque uomo venga fermato per strada su territorio ucraino viene arruolato a forza. Mi ha fatto sapere una mia amica che il marito è stato fermato mentre stava per raggiungerla. Gli hanno dato un minuto per salutarla poi gli hanno tolto i vestiti gliene hanno dati altri e lo hanno armato». La paura per la Safroncik è che il padre possa essere arruolato per difendere il paese.
Le condizioni del papà
Anche oggi Anna è tornata sui social per aggiornare i follower: «Papà sta bene, è a casa sua, è lui che da la forza a me. Riesce a essere ottimista anche in situazioni del genere. Mio papà è un grande uomo. Speriamo finisca presto». La paura più grande è che arrivi un attacco aereo sulla città.
Anna Kuzmina: «Mi piange il cuore»
Prima di Anna anche Anastasia Kuzmina, danzatrice ucraina a Ballando con le Stelle, si era sfogata sui social a questo proposito. Lei ha i nonni a Kiev. E oggi fa sapere che stanno bene. La notizia che accomuna sia Anna che Anastasia è che le persone che stanno li si dicono più serene dei familiari che sono in italia. «Il carrarmato che avete visto nel video che passava tra i palazzi è passato a 100 metri da casa mia. I miei nonni stanno bene, sono chiusi in casa, e riescono a darmi serenità». Poi una serie di storie condivise su instagram in cui la ballerina mostra la situazione attraverso dei video che le stanno mandando amici e parenti. Tra questi una sua amica mostra che si sta nascondendo dai bombardamenti in un bunker con tantissime altre persone. «Mi piange il cuore»