Morta Alessandra Panaro, la "fidanzata d'Italia". Fu star al cinema, da Dino Risi a Totò

Giovedì 2 Maggio 2019
Morta Alessandra Panaro, la "fidanzata d'Italia". Fu star al cinema da Dino Risi a Totò
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È un'Italia in bianco e nero, che profuma di campagna e di sogni ingenui, in cui la tv si accende solo nei bar del paese e al cinema ci si affolla per sognare ad occhi aperti, quella che oggi si associa al ricordo di Alessandra Panaro, scomparsa ieri nel suo quieto eremo ginevrino, cornice quieta e agiata per una vecchiaia trascorsa lontano dai riflettori che pure, dalla metà degli anni '50, ne avevano fatta una star. Simbolo di bellezza genuina, della
classica ragazza della porta accanto, con Lorella De Luca incarnò la fidanzata d'Italia. Nata a Roma il 14 dicembre del 1939, finisce quasi per caso sotto gli occhi di due impareggiabili maestri che la notano per qualche scatto apparso sui rotocalchi e qualche particina minore: da un lato Dino Risi che arruola sia lei che Lorella De Luca per una commedia senza pretese, girata nell'estate romana («Poveri ma belli» del 1956); dall'altro Mario Riva che assolda le due ragazze appena due anni dopo come vallette al «Musichiere» e le presenta al pubblico come le «cognatine». 


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Il riferimento diretto è ai ruoli che Alessandra e Lorella hanno interpretato nel film di Risi, diventato in fretta un vero successo popolare tale da generare ben due seguiti egualmente fortunati. In realtà a trascinare film e attrici al successo è una terza ragazza, la prosperosa Marisa Allasio che capeggia in quel momento la nuova «onda» delle «maggiorate», simbolo di un'Italia che scommette su un futuro di prosperità dopo gli anni della guerra e della fame. Ma Alessandra Panaro, che al successo di «Poveri ma belli» approda comunque dopo una buona gavetta nelle produzioni di genere a Cinecittà (già 8 film all'attivo), si distacca dalla massa per lo sguardo vispo, la battuta pronta, la duttilità dei ruoli.

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La locandina di Poveri ma Belli

«Lazzarella» di Carlo Ludovico Bragaglia la conferma nel nuovo e un pò provinciale pantheon del cinema «rosa» dell'epoca e poi saprà destreggiarsi bene tra i vari filoni di successo alle prese con pirati, moschettieri, forzuti mitologici, cantanti e seduttori dal cuore d'oro.

Incuriosisce anche registi di serie A come Alessandro Blasetti o Luchino Visconti che la chiama in «Rocco e i suoi fratelli», esperti del cinema di genere come Sergio Corbucci («I ragazzi dei Parioli»), maestri del racconto popolare come Raffaello Matarazzo («Cerasella»). Attraversa gli anni '60 con sicurezza e molti ruoli all'attivo, ma abbandona le scene per sposare il banchiere Jean-Pierre Sabet e alla sua morte si unisce a un grande del teatro italiano come Giancarlo Sbragia di cui è rimasta vedova nel 1994. Da allora solo due volte ha accettato di tornare su un set: nel 2009 per la serie televisiva «La grande famiglia» e di recente per il film di Francesco Lazotti «La notte è piccola per noi» da poco distribuito nella sua versione completa al cinema.

Ultimo aggiornamento: 20:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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