Alessandra Facchinetti, la figlia di Roby dei Pooh: «Mio padre sequestrato dai rapinatori in casa, a Milano non mi sento più sicura»

La convivenza con il fratello Francesco Facchinetti: "Arrivavo a casa e trovavo gente ovunque, voleva chiacchierare anche se la mia sveglia suonava all’alba. L’ho messo alla porta".

Mercoledì 19 Aprile 2023
Alessandra Facchinetti, la figlia di Roby dei Pooh: «Mio padre sequestrato dai rapinatori in casa, a Milano non mi sento più sicura»

Alessandra Facchinetti, figlia di Roby frontman dei Pooh e sorella di Francesco Facchinetti, è un nome di spicco nella moda.

Prima con Prada, al fianco di Miuccia e Patrizio Bertelli. Poi la chiamata da Gucci con Tom Ford, di cui (2004) è l’erede al vertice delle collezioni donna. Un anno e il cambio, prima Moncler e poi Valentino quando monsieur Garavani le passa lo scettro (12 mesi tumultuosi). Ancora: Pinko, da pioniera delle creazioni pensate per il web e, fino al 2016, la direzione creativa donna di Tod’s.

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La rapina a casa di suo padre

Vive a Milano ma da qualche tempo non si sente più sicura. «Quando esco di casa sto attenta alla borsa, d’istinto mi guardo le spalle - racconta al Corriere della Sera -  Anche di giorno, soprattutto in centro. La scorsa settimana a un mio amico è stato puntato il coltellino. Via Sant’Andrea, pausa pranzo».

Sicuramente c'entra la rapina di cui è rimasto vittima suo padre nella villa di Bergamo. «Uno choc. Se ci penso mi manca il fiato. Erano le nove di sera e mi telefona Francesco, che aveva una call di lavoro per Sanremo con papà. Spiega: ho chiamato tutti e non risponde nessuno. Ho iniziato a telefonare anche io. Non lo sapevo ma in quel preciso momento i rapinatori erano con loro (la famiglia è stata minacciata e sequestrata per 35 minuti, ndr). Agghiacciante». 

L'esperienza a New York

Dopo Tod's aveva bisogno di riprendere in mano la sua vita: «Volevo vivere a New York, sono partita però poi ho capito che abitarci non fa per me: gli amici devi contattarli via email e prendere appuntamento, nei bar nemmeno ti salutano o, se ti salutano, sono saluti fintissimi».  Nel 2018 ha ricevuto una proposta: ti interessa l’Asia? «Sono partita di nuovo: Cina, Corea, Indonesia. Una grossa realtà cercava chi insegnasse ai propri designer un nuovo modo di lavorare, a vedere le cose all’italiana. Una nuova avventura a cui tengo molto». 

I prezzi di Milano

«La città così cara non è un incentivo per i giovani, non si trasferiscono o se ne vanno. Io stessa per trovare collaboratori (ora ne ho quattro) devo puntare su chi è vicino: per quelli che vengono da fuori (non intendo l’estero ma anche solo fuori Lombardia) i costi sono un ostacolo enorme. Finiscono col dire “no, grazie” o a condividere case in situazioni anche complicate». 

La convivenza con il fratello Francesco Facchinetti


«Io mi ero trasferita da Bergamo a Milano per frequentare l’istituto Marangoni. Intorno al 2003-2004 - ero già da Gucci - Francesco cominciava come dj e da Como veniva spesso in città. Presa da un impeto folle ho proposto a Rosaria: lo tengo io. Che ideona. Io arrivavo a casa e trovavo gente ovunque, Francesco rientrava a tutte le ore e voleva chiacchierare anche se la mia sveglia suonava all’alba. L’ho messo alla porta. Poi lo adoro, per carità, come adoro tutti i miei fratelli. Quando ci troviamo per le rimpatriate siamo quasi trenta persone». 

Il regalo di papà

Suo padre le ha regalato un pianoforte a coda ma lei non sa suonare: «A un certo punto ha deciso che ne aveva troppi e ha regalato un piano a ognuno di noi. Papà lo suona quando viene da me, ma è molto scordato e lui si lamenta. Tra noi fratelli, solo Roberto sa usare il suo». 

La reunion dei Pooh

I Pooh di nuovo insieme: «Ho seguito la réunion in prima persona. A Sanremo c’ero. Red è più serio, Dodi più rock’n roll, papà personaggio. Di certo il più difficile: voglio le paillettes, no questo, no quello. Rivederli lì è stato bellissimo. È un po’ la mia vita. Manca Stefano D’Orazio. Siamo cresciuti tutti insieme. Stefano era quello estroverso, quello col sorriso». 

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