Obbligo vaccinale, quando può scattare. Palù (Aifa): «Non viola la Costituzione, esiste già per altri 11 vaccini»

Venerdì 3 Settembre 2021
Obbligo vaccinale, quando può scattare. Palù (Aifa): «Non viola la Costituzione, esiste già per altri 11 vaccini»

Obbligo vaccinale, quando scatterà? Ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi, a domanda sulla possibile obbligatorietà del vaccino anti Covid e sulla terza dose per chi è stato già immunizzato, senza esitare ha risposto di sì. L'obbligo potrebbe essere introdotto non prima, però, che le agenzie del farmaco Ema e Aifa approvino il vaccino definitivamente (per ora l'ok è solo in via emergenziale), come già avvenuto negli Usa con la Fda.

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Per il presidente dell'Aifa e componente del Comitato tecnico scientifico Giorgio Palù, intervistato a Buongiorno su SkyTg24, «quello del presidente del Consiglio» Mario Draghi su una possibile obbligatorietà del vaccino anti-Covid «è un 'sì' che apre a un'ipotesi di lavoro». Servirebbe infatti una legge il cui iter comporterebbe dei tempi non brevissimi, ma se anche l'obbligo dovesse arrivare dopo Natale «certamente, sicuramente, sarebbe ancora utile». Quanto ai vaccini ai bambini: «Inutile parlare di vaccinare» contro Covid-19 «i bambini da 0 a 6 e da 6 a 12 anni.

Bisogna attendere gli studi in corso e poi si valuteranno rischi e benefici per questa fasce d'età». 

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«Non viola la Costituzione»

Il presidente Aifa ha ricordato che «il 90% dei ricoveri riguarda i non vaccinati, e in terapia intensiva il 95% sono non vaccinati». «Non solo nel nostro Paese», ha infine precisato l'esperto, ma «già in altri si sta parlando di obbligatorietà almeno per il personale del settore pubblico: oltre a medici e sanitari, insegnanti e forze dell'ordine. L'articolo 2 della Costituzione - ha rimarcato Palù - ammette sì il diritto di rifiutare le cure, ma commisurato alle necessità della collettività», ossia «fatti salvi i doveri politici, economici e sociali, che vuol dire salvaguardare i più deboli. Il che corrisponde anche a principi bioetici di giustizia e responsabilità».

«Ricordiamo, vorrei segnalarlo ancora una volta - ha sottolineato il numero uno dell'ente regolatorio nazionale - che tra gli over 50 abbiamo più di 4 milioni che non si vaccinano: non solo no vax, ma anche esitanti». E siccome i rischi maggiori connessi all'infezione da Sars-CoV-2, in termini di «morbosità e anche mortalità», iniziano proprio da quella fascia d'età, sarebbe positivo riuscire a «mettere al sicuro questi soggetti» seppur con una «coercizione». 

Palù: obbligo esiste già per 11 vaccini

«Di fronte ad una pandemia con 4 milioni e mezzo di morti e 130 milioni di soggetti infettati, che ha devastato il mondo, credo che pensare a un obbligo vaccinale contro Covid-19, da un punto di vista scientifico, sia molto razionale», ha detto Palù. «Esiste già in Italia per 11 vaccini - continua Palù - Consideriamo questa opportunità anche per quello anti-Covid. Serve però una legge ordinaria del Parlamento e sta alla politica adesso assumersi la responsabilità». Quello del Presidente del Consiglio Mario Draghi «è un sì che si apre ad un'ipotesi di lavoro - conclude il presidente dell'Aifa - In altri Paesi si sta parlando di obbligatorietà almeno per quel personale che si occupa di lavoro pubblico. Non solo i medici, ma anche gli insegnanti, le forze dell'ordine. Non abbiamo solo diritti ma anche doveri». 

Terza dose necessaria, politica agisca

«Nelle sedi opportune il Cts ha già espresso il suo parere favorevole alla terza dose» di vaccino anti-Covid, «in base agli studi che dimostrano che» il ciclo previsto attualmente «non protegge sufficientemente i soggetti immunodepressi, i trapiantati, i pazienti oncoematologici, i dializzati», ma «anche i soggetti anziani» che dovrebbero essere considerati immunodepressi. Palù ha sollecitato la politica a procedere in questo senso, eventualmente anche anticipando gli enti regolatori. «Io come altri colleghi siamo chiamati a dare un parere, ma queste sono decisioni di sanità pubblica» e «ovviamente prevenire è sempre meglio che curare», ha sottolineato. Quindi «in questi casi è importante e addirittura giustificato agire anche prima che le agenzie regolatorie si esprimano, perché» queste «lo fanno unicamente sui dati che vengono loro forniti dall'industria farmaceutica».

«Credo che l'Ema», l'Agenzia europea del farmaco, «abbia appena ricevuto i dati da Pfizer sulla terza dose e li debba ricevere ancora da Moderna», dunque «si esprimerà non prima di un mese, un mese e mezzo». Pertanto in uno scenario come questo la questione «non diventa un problema di enti regolatori, ma di sanità pubblica e se ne deve far carico in prima istanza il ministero della Salute». Specie «di fronte a dati che ci dicono che l'immunità viene un pò meno col tempo, soprattutto nei soggetti anziani, immunodepressi ma anche in quelli più esposti».

«Di fronte a questa contagiosità» di Sars-CoV-2, «che avviene in larga misura in un periodo presintomatico, dobbiamo interrogarci se valga ancora la pena parlare di immunità di gregge con il rischio che c'è anche per un vaccinato di contagiarsi, anche se il contagio si manifesta con sintomi molto lievi. Ma quel soggetto potrebbe trasmettere, quindi più che di immunità di gregge dovremmo parlare di protezione dalla malattia grave, cosa che è assolutamente necessario garantire». «Quindi non solo il vaccino - ha aggiunto - ma presto auspico vengano approvati anche farmaci per uso domiciliare».

Delta, incubazione da 4 a 2 giorni e più contagioso

«La contagiosità» di Sars-CoV-2 è «nettamente cambiata», con la presenza delle «varianti in circolazione che destano preoccupazione e allerta» e «che sono Alfa, Beta, Gamma e Delta. La Delta soprattutto, rispetto al ceppo» originario «Wuhan, ha una concentrazione nelle prime vie respiratorie da 100 a 1.000 volte superiore». «Il tempo incubazione è dimezzato da 4 a 2 giorni - ha spiegato - La contagiosità è aumentata per la mutazione 681 che fa fondere con maggiore facilità il virus con le nostre cellule, rendendolo più infettivo. Questa fa sì che il virus sia il 50% più contagioso della variante Alfa. Ricordo anche che la variante Delta ha soppiantato nel mondo le altre varianti e questo potrebbe dirci che il virus si sta adattando all'uomo». Ma «un altro dato che vorrei ricordare ai telespettatori - ha rimarcato Palù - è che stiamo utilizzando un vaccino disegnato su un genoma pubblicato nel gennaio 2020 e che è in grado di proteggerci ancora dalla maggior parte delle varianti circolanti con efficacia».

Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 13:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA