VENEZIA (11 gennaio) - stata la nuova musa di Tinto Brass, Caterina Varzi, ad aiutare il regista a superare l'ictus che nove mesi fa l'aveva quasi ucciso. Mi ha aiutato a tenermi in vita quando volevo morire, spiega Brass a Diva e donna in edicola domani, confessando di avere pensato di farla finita. «Avevo già meditato di prendere dei farmaci che mi avrebbero aiutato a morire, ma quella notte mi sono concentrato sulla finestra della mia stanza d'ospedale. Sono stato molto vicino a buttarmi. Un tuffo e sarebbe tutto finito, ma non avevo neanche la forza di alzarmi dal letto».
Il regista racconta i terribili momento trascorsi in ospedale: «Ero praticamente morto. Al settimo giorno ho riaperto gli occhi e, riconoscendo Caterina al mio fianco, ho detto: "Che bella sei, che bella faccia hai", per poi ripiombare nell'incoscienza. Mi svegliavo un attimo solo per dire questo, non riuscivo a pronunciare altre parole».
Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 19:54
Il regista racconta i terribili momento trascorsi in ospedale: «Ero praticamente morto. Al settimo giorno ho riaperto gli occhi e, riconoscendo Caterina al mio fianco, ho detto: "Che bella sei, che bella faccia hai", per poi ripiombare nell'incoscienza. Mi svegliavo un attimo solo per dire questo, non riuscivo a pronunciare altre parole».