VENEZIA - Il sogno americano di Daniel Lugo (Wahlberg), devoto del fitness con una palestra all’ultimo grido di Miami, fatto di muscoli e denaro, per vivere tra donne e ricchezza. Il suo sogno (che un’incredibile storia vera) diventer, con altri due complici, altrettanto idioti quanto lui, un pazzesco, sanguinario percorso, che finir con la condanna a morte.
Il sogno di Michael Bay è di raccontare questa tragica storia criminale anni ’90 come una black comedy, cercando di imitare il cinema dei fratelli Coen. Ma a Bay, che ha firmato, oltre ai "Transformers" e "Armageddon" anche poltiglie terribili come "Pearl Harbor", manca totalmente il cinismo totale e il disprezzo per i personaggi dei fratelloni. Siccome guarda a "Fargo" prendetevi la scena del tritacarne, spiazzante e esilarante nella sua totale follia, e confrontatela qui con il barbecue degli arti, recisi dalla sega elettrica manco fosse Leatherface: sembra una ragazzata stupida e goliardica.
Il secondo problema di Bay, che cerca di stupire con una blanda satira sul Sogno americano, è di pensare al film stando a metà strada tra il pulp di Tarantino e il pop urticante di Harmony Korine e del suo "Spring Breakers": del primo non ha nemmeno le cose normali oltre, ovviamente, la genialità; del secondo la sfacciataggine, anche erotica.
Per raccontare la storia vera di tre idioti che cercano di sottrarre ogni avere a uno dei clienti della palestra (senza peraltro mai riuscire a ucciderlo, nonostante gli sforzi) e fanno fuori quasi per sbaglio un re del porno e la sua pupa tutta tette, Bay alla fine resta sostanzialmente solo se stesso: regia muscolare, ritmo scatenato, stile da montagne russe, montaggio selvaggio, musica e botti a tutto spiano, durata eccessiva. Altro che commedia nera.
Ultimo aggiornamento: 18:27
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il sogno di Michael Bay è di raccontare questa tragica storia criminale anni ’90 come una black comedy, cercando di imitare il cinema dei fratelli Coen. Ma a Bay, che ha firmato, oltre ai "Transformers" e "Armageddon" anche poltiglie terribili come "Pearl Harbor", manca totalmente il cinismo totale e il disprezzo per i personaggi dei fratelloni. Siccome guarda a "Fargo" prendetevi la scena del tritacarne, spiazzante e esilarante nella sua totale follia, e confrontatela qui con il barbecue degli arti, recisi dalla sega elettrica manco fosse Leatherface: sembra una ragazzata stupida e goliardica.
Il secondo problema di Bay, che cerca di stupire con una blanda satira sul Sogno americano, è di pensare al film stando a metà strada tra il pulp di Tarantino e il pop urticante di Harmony Korine e del suo "Spring Breakers": del primo non ha nemmeno le cose normali oltre, ovviamente, la genialità; del secondo la sfacciataggine, anche erotica.
Per raccontare la storia vera di tre idioti che cercano di sottrarre ogni avere a uno dei clienti della palestra (senza peraltro mai riuscire a ucciderlo, nonostante gli sforzi) e fanno fuori quasi per sbaglio un re del porno e la sua pupa tutta tette, Bay alla fine resta sostanzialmente solo se stesso: regia muscolare, ritmo scatenato, stile da montagne russe, montaggio selvaggio, musica e botti a tutto spiano, durata eccessiva. Altro che commedia nera.
