Pietro Rocchi
VENEZIA È BELLA, MA CI VIVREI di
Pietro Rocchi

Se mi ami, non scriverlo sui muri
Venezia zona franca per i writers?

Lunedì 31 Gennaio 2022
Venezia, scritte sui muri (P.Ro.)

Venezia zona franca per writers e vandali. Non bastavano i graffiti con velleità più o meno artistiche o le scritte di vario genere con lo spray. Prima sono arrivati i no vax, che hanno ben pensato di scolpire sulle mura antiche i loro proclami. Poi nei giorni scorsi ci si è messo anche “Freak of nature”: l'artista ha voluto “censire” i negozi sfitti disegnando sulle vetrine un bambù stilizzato con vernice verde e un numero progressivo. Un'iniziativa, a suo dire, volta a sensibilizzare chi vive la città. C'era davvero bisogno di cotanta “arte”? Quei negozi vuoti e spenti sono già fin troppo evidenti, veri buchi neri che urlano e feriscono la vista. E purtroppo, quei segni di vernice non aiuteranno certo a sollevare una riflessione sul tema, come nelle intenzioni del writer, e men che meno a risolvere i problemi di Venezia. Anzi: aggiungono degrado a degrado. L'unico dibattito che si è aperto è sull'imporre ai proprietari del negozio sfitto di coprire le vetrine in maniera più decorosa, visto che il Codice dei beni culturali obbliga enti pubblici e soggetti privati a prendersi cura dei propri immobili nelle aree di pregio. Idea meritoria, quella di rendere più decorosa la vetrina abbandonata, magari anche attraverso incentivi: nell'attesa di vederla realizzata, i negozi continuano a chiudere inesorabilmente e si moltiplicano i “buchi neri” nel salotto buono di Venezia.

Ma per la verità, fa riflettere anche il silenzio di Comune e Soprintendenza di fronte a un'invasione di scritte che ha ormai superato il livello di guardia ed è un vero sfregio alla città. Non c'è praticamente muro o saracinesca che si salvi. Così come fa riflettere l'obbligo che incomberebbe sui privati di ripulire scritte o disegni che non hanno certo né fatto né tanto meno voluto. Beffati due volte: prima dai vandali, poi dall'obbligo di ripulire a loro spese le scritte. Risultato: nessuno cancella i graffiti.

 

Forse si dovrebbe agire sulla prevenzione. Il raid indisturbato di “Freak of nature”, avvenuto nella notte tra sabato 22 gennaio e domenica 23, dimostra come nottetempo la città storica sia terra di nessuno. E non si parla di una zona qualsiasi, bensì dell'area Marciana. Per imbrattare un centinaio di vetrine nel salotto buono di Venezia, l'artista ha dichiarato di aver impiegato sette ore: sette lunghe ore durante le quali nessuno lo ha fermato. Possibile? Possibile. Invisibile (e imprendibile) come tutti gli altri imbrattatori di turno.

Last but not least, forse sarebbe utile anche una campagna di sensibilizzazione diretta agli aspiranti vandali & writers: “Se mi ami, non scriverlo sui muri”.

Ultimo aggiornamento: 21:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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