Gianpaolo Bonzio
SUONI SPARSI di
Gianpaolo Bonzio

Il lento tramonto della favola irlandese

Giovedì 17 Febbraio 2022 di Gianpaolo Bonzio
Paddy Moloney

Quel piccolo flauto irlandese (tin whistle) lo aveva ricevuto in dono a sei anni e probabilmente non pensava di diventare l’ambasciatore della musica irlandese nell’intero pianeta. Eppure è quello che è accaduto a Paddy Moloney, scomparso lo scorso autunno e per decenni leader dei Chieftains la storica band di musica tradizionale che ha esportato, abbattendo anche parecchi muri culturali, le melodie dell’isola di smeraldo in tanti angoli delmondo. Ora probabilmente il destino di questa vera e propria favola irlandese sembra avvicinarsi al tramonto (oltre al fondatore Moloney, classe 1938, anni far era scomparso anche Derek Bell), ma la loro epopea mondiale è destinata a far riflettere anche oltre i teatri. 

«La nostra musica - raccontava Moloney - in alcuni casi è vecchia di oltre mille anni. La nazione è stata per anni occupata ed ha vissuto lunghi periodi di separazione. E così le forme d’arte, non solo la musica, ma anche la poesia e la pittura, sono diventate spesso dei fenomeni di aggregazione». Da questa considerazione è scaturita una forma di condivisione con altri mondi davvero straordinaria se si pensa che la band ha suonato in Cina, allacciando rapporti con la musica messicana per non parlare poi della riproposizione di melodie, come quelle della Galizia, terra nella quale esisteva anche un passato celtico. Poi è stata la volta dell’apertura al mondo del blues e del rock grazie alle imperdibili intese con un altro celebre irlandese, Van Morrison e con i Rolling Stones, a dir poco incantati dalla freschezza della musica dei Chieftains. A loro si era rivolto anche Stanley Kubrick per la celebre colonna sonora di “Barry Lyndon”. Una proposta musicale accattivante che, negli anni Novanta, aveva entusiasmato il pubblico del nordest accorso in massa per il loro unico concerto al teatro Toniolo.
Va detto che in tutto il loro lungo percorso artistico non si è trattato di semplici collaborazioni come spesso avviene (qui l’incisione di riferimento resta “The long black veil” dove spiccano anche Sting, Mark Knopfler, Ry Cooder, Sinead O’Connor e Tom Jones), ma di una voglia di affacciarsi al mondo e di scoprire suoni originali e musicisti di livello: intuizioni che fino al loro arrivo erano davvero impensabili per una band di musica tradizionale. 
In questo ampio contesto la cornamusa irlandese di Moloney (uillean pipe) ha spaziato con una lucentezza invidiabile demolendo con la forza del suo sorriso, sotto l’immancabile frangetta, confini e rigidità. A chi gli chiedeva da dove nascesse la forza e l’intramontabilità della tradizione spesso rispondeva divertito “La musica, per la mia famiglia, era più importante del cibo”. Ed ora questi 60 anni della favola irlandese sono narrati nella raccolta “The Chieftains Chronicles”.

Ultimo aggiornamento: 18-02-2022 12:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA