Gianpaolo Bonzio
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Gianpaolo Bonzio

Concerti e grandi artisti live in Veneto e Friuli. Il clamoroso caso di Mestre e la riscossa dei piccoli centri

Lunedì 9 Gennaio 2023
Concerti e grandi artisti live, che fine hanno fatto? Il clamoroso caso di Mestre e la riscossa dei piccoli centri

È vistosamente cambiata la geografia degli eventi nel Nordest. In parte la svolta, avvenuta soprattutto negli ultimi dieci anni, è caratterizzata anche dalla presenza di strutture moderne ed accoglienti, ma il più delle volte l’attrattività nasce direttamente dai protagonisti del territorio. E dalla loro passione.

Concerti, il fenomeno tra Veneto e Friuli


In Veneto, ad esempio, un ruolo di primo piano lo ha raggiunto Padova che con il PalaGeox è capace di attirare circa tremila spettatori a serata proponendo anche artisti che arrivano dal mondo del jazz (è il caso di Diana Krall attesa per la prossima primavera). Ma il ruolo decisivo spetta sempre e comunque agli organizzatori che vivono nei territori. L’associazione Controtempo con le rassegne autunnali, e non solo, ha rivitalizzato diversi teatri friulani che una volta sarebbero stati considerati “minori” (da Sacile a Cormons tanto per fare due esempi) e che invece negli ultimi anni hanno raggiunto vette di presenze e di qaulità davvero ragguardevoli con molti spettatori stranieri. 

Mestre, dove sono finiti gli eventi musicali?

Molto significativo è il caso di Mestre, in passato straordinario centro di aggregazione in tutto il Nordest capace di dettar legge sui fenomeni musicali più avvincenti o sui grossi nomi della musica. Il teatro Toniolo, un tempo vero e proprio fulcro di questa attività condivisa solo con Verona, da parecchi anni ha rinunciato a questo ruolo e stessa sorte è toccata ad altri spazi comunali con l’unica eccezione dell’annunciata performance dei Pinguini tattici nucleari, in programma a luglio al parco di San Giuliano. Del glorioso passato di Mestre si è discusso anche in un incontro nel quale hanno partecipato gli organizzatori Michele Foffano e Claudio Donà e il giornalista Giò Alajmo. Donà e Foffano, quest’ultimo ora gestisce la stagione del teatro Corso, hanno ricordato che in origine il centro Candiani contava su un progetto che prevedeva un auditorium di 1500 posti e che avrebbe potuto gareggiare con il PalaGeox. Ma poi non se ne è fatto nulla (niente da fare inoltre, soprattutto dal punto di vista tecnico, anche per un possibile utilizzo del Palaexpo di Marghera). Alajmo, invece, ha ripercorso la varie tappe che negli anni Ottanta e Novanta hanno portato Mestre al centro dell’attenzione nazionale con artisti che, oltre al Toniolo, inserivano nei loro tour solo Bologna, Roma e Milano. Un’analisi, quella sulla centralità di Mestre, che a vedere le proposte di oggi sembra appartenere ad un mondo lontano.

Ultimo aggiornamento: 12-01-2024 11:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA