STORIA E STORIE di

 Quando sentirsi diversi è morire: quante volte ancora gireremo lo sguardo?

Lunedì 28 Ottobre 2013
 Simone aveva 21 anni e si è gettato dall'undicesimo piano di un vecchio pastificio abbandonato, finendo sulle rampe di un garage. Quelli che l'hanno visto cadere hanno pensato a una fiction televisiva: "La Rai sta girando una serie proprio sul tetto dell'ex pastificio".Poi hanno capito che di finto non c'era niente. Simone aveva lasciato un biglietto: "Omofobi fate i conti con la vostra coscienza". Non sopportava di essere deriso e messo da parte. I genitori non sapevano niente, Simone non era riuscito a dir loro la verità. E' il terzo gay in un anno che a Roma si toglie la vita, tutti adolescenti o giovanissimi. Troppi anche per le statistiche. Uno aveva scritto a un giornale: "Ho 17 anni, chiedo solo di esistere". A Venezia hanno riprodotto in grande su un'impalcatura unl verso del poeta veneziano Mario Stefani, omosessuale, morto suicida: "Solitudine non è essere soli,/ è amare gli altri inutilmente".

Non parlo di matrimoni gay, sui quali si può e si deve discutere. Nemmeno dell'ostentazione spesso perfino grottesca di certi gay-pride. Parlo di ragazzi che, meno corazzati degli adulti, si scontrano con un mondo più duro di un muro. Parlo di un Paese che deve ancora percorrere una strada lunga e davanti a storie simili non può continuare a girare la faccia dall'altra parte. Tutti dobbiamo partire dalla consapevolezza che si può nascere uomini e donne, ma si può anche provare attrazione per lo stesso sesso. E questo giustifica la derisione, l'isolamento, l'umiliazione, da qualunque parte provengano: compagni, amici, politici?

Forse è il momento di incominciare a combattere il disagio parlandone nelle scuole,educando all'interno delle famiglie. I bambini e i ragazzini sono feroci con chi ai loro occhi appare "diverso", ma più feroci sono i genitori che non sanno o non vogliono educarli.Se siamo il Paese nei cui stadi gridano "non esistono italiani neri", qualche domanda dobbiamo pure farcela. Il problema non è accettare o no il diverso, si tratta di dignità, diritti, rispetto anche per chi fa scelte diverse. In nessuna nazione europea mettono in dubbio la necessità di una legge contro l'omofobia, in Italia questa legge non c'è ancora. Ci nascondiamo dietro l'ipocrisia, emarginiamo anche con le idee: in fondo, dicono, gli omosessuali non sono che uno spicchio della realtà.Forse è proprio così, giusto: ma quello spicchio non ha dirittoall'esistenza esattamente come il resto della realtà?
Era soltanto questo che Simone e gli altri come lui chiedevano.Volevano solo dire grazie alla vita. Come nel ritornello di una vecchia, bellissima canzone: "Grazie alla vita che mi ha dato tanto,/ mi ha dato il sorriso/ e mi ha dato il pianto...". A sentirsi soli forse ci può lasciare cadere da un tetto senza riuscire a dire grazie alla vita. Ma Simone ci ha chiesto di fare i conti con la nostra coscienza. Quante volte ancora ci accontenteremo di girarci dall'altra parte? 
Ultimo aggiornamento: 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA