Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

 Uomini soli al comando e rischio di derive autoritarie

Domenica 5 Luglio 2015
 L'opinione pubblica appare sempre più attratta dal fascino dell'uomo solo al comando, del leader capace di dare un impulso decisionista all'amministrazione pubblica, di volare verso il nuovo ad ogni costo (ma quale nuovo e a quale costo?), ricorrendo sempre più spesso allo strumento della fiducia parlamentare, azzerando o quantomeno riducendo al minimo il dibattito, negando il confronto con le parti sociali, cercando di modificare la Costituzione (e le leggi) per garantire a chi sta al governo le mani sempre più libere, senza la "seccatura" di doversi confrontare con le minoranze.
Ma la democrazia costituzionale è qualcosa di diverso. Lo ha ricordato la professoressa Lorenza Carlassare, una delle più importanti costituzionaliste italiane, nel corso di una "lectio magistralis" tenutasi a Padova, di fronte a quasi duecento giornalisti veneti. La democrazia è fatta di delicati equilibri, di pesi e contrappesi, di poteri e contro-poteri che si compensano e si controllano a vicenda. Di momenti di dibattito e di confronto necessari a mediare tra i tanti e diversi interessi in campo. Perché non esiste un solo interesse: ogni categoria, ogni gruppo sociale ha rivendicazioni e richieste in contrasto con le altre. Aspirazioni alle quali deve essere data in qualche modo soddisfazione e che meritano comunque rispetto. E' per questo che non ci può essere una sola persona che decide, "asfaltando" gli altri. Il passato, d'altronde ce lo insegna, ricordando come l'Italia fu portata nel baratro da un Duce che prese sempre più potere con la scusa di garantire efficienza e rapidità nelle decisioni.
L'attualità è sicuramente diversa, ma i rischi non vanno sottovalutati, in particolare quando si vogliono modificare gli equilibri costituzionali. E la fretta è cattiva consigliera. 
Da Lorenza Carlassare sono state sollevate molte perplessità sulle più recenti riforme: dall'abolizione delle Province al nuovo Senato non più elettivo ad una riforma elettorale che, se resterà così com'è stata approvata, rischia di consegnare una solidissima maggioranza di governo (grazie al premio di maggioranza) ad un partito che ha ottenuto appena il 20 per cento dei suffragi. Tutti provvedimenti che, all'insegna del decisionismo, finiranno per indebolire la democrazia. "Una situazione non incoraggiante, ma resto fiduciosa", ha concluso la professoressa Carlassare. 
Ultimo aggiornamento: 19:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA