Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

 Sicurezza, città più vive e meno allarmismo

Giovedì 8 Maggio 2014
Il degrado si può combattere innanzitutto rendendo vive e vitali le città. Riempiendo le strade e i locali di persone, di giovani. Organizzando iniziative che consentano alla gente di uscire dall'isolamento, di mescolarsi agli altri. Mettendo a disposizione occasioni per  entrare in contatto (anche) con le sempre più numerose "diversità" con le quali dobbiamo abituarci a convivere: è l'unico modo per superare preconcetti, diffidenze e paure, per scoprire che attorno a noi non ci sono soltanto nemici e pericoli da cui difendersi, ma che, al contrario, sono molte le opportunità, gli esempi positivi da valorizzare.

Continuare soltanto a chiedere più polizia e più controlli non serve. O meglio, non è l'unica soluzione,  a meno che l'obiettivo non sia quello di arrivare al coprifuoco. Continuare a chiedere la chiusura di ogni locale che fa un po' di confusione rischia di rendere ancora più inospitali i centri storici. Terrorizzare la gente ha l'effetto esattamente contrario di quello che, magari in buona fede, si vorrebbe raggiungere. Per fortuna non viviamo nel Brox: Venezia è la città più tranquilla del mondo. Mestre è sempre più vuota, ma  ancora vitale.  Padova, nonostante qualche episodio criminale in più, è una città di elevata qualità di vita, con tanti giovani e allegria per le strade.


Perché non valorizziamo di più i lati positivi delle nostre città? Perché non raccontiamo di più le reti di solidarietà? I tanti gruppi musicali, artistici, letterari che le animano? Perché non ci impegnamo, ciascuno di noi per quello che può, nel creare occasioni di contatto e di condivisione, sollecitando gli enti pubblici a percorrere questa strada, a creare nuovi spazi di aggregazione, ad investire risorse nell'integrazione sociale?

Il Veneto non è fortunatamente la degradata periferia di una metropoli dove uscire per strada la notte significa rischiare seriamente la vita. Le nostre città sono belle e ospitali. Hanno problemi da risolvere (sarebbe utopia pretendere il contrario) ma non ha senso drammatizzare, enfatizzare, creare allarmismi inutili. Impegnamoci tutti in positivo (non in negativo) per migliorarle, per cercare di ridurre le aree di degrado. Per farlo sono sicuramente necessari controlli di polizia e repressione del crimine, ma prima ancora serve l'integrazione, il coinvolgimento. Ecco perché bisognerebbe valorizzare, ad esempio, l'opera meritoria delle tante associazioni di volontariato, dei tanti gruppi che lavorano in silenzio per creare occasioni e opportunità. In anni di crisi e di povertà in aumento, l'unica strada possibile per limitare il degrado delle nostre città è quella di cercare di aiutare chi è in difficoltà.

Criminalizzare non basta. Militarizzare le nostre città neppure.





Ultimo aggiornamento: 15:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA