Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

Per la politica l'importante è nascondere le malefatte e punire chi le svela

Venerdì 2 Dicembre 2022

Strano Paese l'Italia: da un lato il governo si sta impegnando per abolire il reato di abuso d'ufficio in nome dell'efficienza, con il rischio di lasciare senza alcuna sanzione gravi illeciti commessi da pubblici amministratori; dall'altro viene messa sotto inchiesta una cittadina che ha semplicemente filmato con il telefonino l'incontro tra un personaggio pubblico - l'ex premier Matteo Renzi - e un esponente dei servizi segreti, avvenuto in un luogo pubblico, davanti agli occhi di decine e decine di persone.


L'Italia è un Paese nel quale, con la scusa di svuotare le carceri troppo piene, la politica ha deciso che tutti i "colletti bianchi" condannati per reati gravi come la corruzione, concussione oppure per frodi fiscali non trascorreranno mai un giorno in carcere perché per le pene sotto i 4 anni è possibile ottenere l'affidamento in prova o altri benefici alternativi, nonostante il grave danno arrecato a tutti i cittadini, ben superiore a quello di un semplice furto al supermercato . E al tempo stesso si continua, in violazione alle normative e alla consolidata giurisprudenza europea, a perquisire i giornalisti sequestrando loro cellulari e computer per scoprire chi siano le fonti delle loro informazioni, come se il problema non fosse chi commette malefatte, ma chi ha l'ardire di raccontarle rendendole pubbliche.


L'Italia è un Paese nel quale, con tutta evidenza, gli spazi di libertà dei cittadini vengono sempre più compressi e ciò accade nel silenzio pressoché generale dell'opinione pubblica e purtroppo anche di gran parte degli organi d'informazione, che sempre più spesso sembrano interessati a fare spettacolo e ad occuparsi di pettegolezzi invece che a dare notizie.


La vicenda della cittadina finita sotto inchiesta per aver girato un video nell'autogrill, poi fornito alla trasmissione tv  Report che ne ha confezionato un servizio giornalistico, è sintomatico della preoccupante situazione: la procura le contesta la violazione dell'articolo  617 septies Codice Penale, introdotto nel 2018 proprio per garantire l'impunità al potente di turno che, anche se immortalato con le "mani nella marmellata", potrà sempre denunciare chi lo ha ripreso. E si badi bene: non violando la sua privacy con uno zoom, all'interno della sua abitazione, ma in mezzo alla strada.


In un Paese serio il diritto a conoscere ciò che è di interesse pubblico dovrebbe essere garantito come primario. Invece il legislatore sembra pervicacemente intenzionato a tutelare chi ha qualcosa da nascondere, garantendogli di poter continuare ad agire indisturbato. Così va letto il decreto sulla presunzione d'innocenza che, interpretando in modo ingiustificatamente restrittivo una direttiva europea, rende sempre più difficile per i giornalisti informare i cittadini su inchieste e processi. Ma anche le nuove norme sul diritto all'oblio contenute nella riforma Cartabia (che dovrebbe entrare in vigore da gennao), destinate a far sparire dalla Rete migliaia e migliaia di notizie di interesse pubblico su semplice richiesta delle persone oggetto di quelle indagini e di quei processi nel caso di assoluzione o archiviazione.

In un Paese interessato a tutelare i cittadini e il loro diritto ad essere informati, si sarebbe dovuta approvare una norma che obbliga i mezzi d'informazione ad aggiornare le notizie, piuttosto che ad oscurarle, in modo da offrire un quadro completo ed esaustivo. In Italia, invece, si è deciso che le notizie vanno nascoste e che i giornalisti vanno puniti severamente: la Suprema Corte ha dichiarato incostituzionale la pena del carcere nel caso di diffamazione, ma la legge non è stata ancora cambiata. Così come non è stata ancora introdotta alcuna norma a difesa dei giornalisti sotto attacco delle sempre più numerose "querele bavaglio", con richieste di risarcimento milionari avanzate a scopo intimidatorio.

E molti organi di informazione cosa fanno? Invece di spiegare ai cittadini cosa sta accadendo, preferiscono riempire i propri siti di video di gattini e articoli di gossip lasciando da soli Ordine dei gironalisti e Federazione della stampa nella difesa di un dirittto costituzionalmente riconosciuto, quello alla libera informazione.

Ultimo aggiornamento: 15:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA