Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

 Migranti, le responsabilità dell'Occidente

Mercoledì 17 Giugno 2015
 Che sia un'emergenza non c'è ombra di dubbio. Emergenza umanitaria innanzitutto, a fronte di milioni di profughi in fuga da guerre, violenze, persecuzioni, fame; in cerca di una speranza, di uno spiraglio di vita migliore. Il ricco Occidente pare rendersi conto della situazione solo ora che la questione non riguarda più soltanto "loro", i derelitti al di là del Mediterraneo; ora che il "problema" si è riversato sulle nostre coste, e da lì in tutti i Paesi dell'Europa in grado di offrire un'illusione di futuro. Improvvisamente, l'emergenza è diventata realtà, seppure per emergenza l'Occidente intenda gli accampamenti di profughi nelle stazioni ferroviarie. Ma chiudere gli occhi non si può, anche volendo. Fermare l'ondata migratoria è impossibile, anche se parte della politica (nazionale ed europea) cerca di conquistare facili consensi facendo credere alla gente che lo sia. Magari chiedendo la chiusura delle frontiere, senza capire, peraltro, che abolendo Shengen, gli unici a rimetterci sarebbero gli italiani in quanto gli immigrati entrati nel Belpaese per andare altrove (cioè la stragrande maggioranza), non potrebbero più uscire, per la felicità di Germania, Gran Bretagna e gli altri Stati del Nord Europa nei quali i profughi non riescono ovviamente ad approdare direttamente.
L'emergenza va affrontata con senso di responsabilità da tutti i Paesi europei: vanno approntati campi profughi, strutture in grado di garantire assistenza e aiuto ai migranti, perché soltanto in questo modo è possibile ridurre al minimo l'impatto e anche i disagi per la popolazione residente. Le altre proposte sono pura demagogia.
Al contempo serve una seria politica per i Paesi più poveri: per decenni l'Occidente ha fatto finta di nulla, si è disinteressato quasi totalmente della questione, dell'enorme divario socio-economico esistente, e dei rischi ad esso connessi. Anzi, ha sfruttato (e continua a farlo) le ricchezze e la manodopera delle aree più depresse del mondo. Ma la televisione prima e la Rete poi, hanno accorciato le distanze tra i due mondi, e ora è inevitabile che le persone in difficoltà cerchino di spostarsi alla ricerca di qualche opportunità di salvezza. Per rallentare il fenomeno, per fermarlo, è necessaria una sorta di Piano Marshal per l'immigrazione, ha suggerito in un'interessante intervista di Fabio Gambaro su Repubblica l'antopologo Marc Augé, autore di numerosi saggi tra cui "Le Nuove paure" e "L'antopologo e il mondo globale", ispirandosi al piano di aiuti con cui gli Usa sostennero la ripresa dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale. Serve una politica globale di cui gli stati più ricchi dell'Europa devono farsi promotori. "Un'Europa senza solidarietà è un'Europa che non ha più senso", spiega Augé, ricordando che, in ogni caso, oltre che essere normale e doverosa, la solidarietà è anche vantaggiosa. Per concludere lanciando un appello: "I politici dovrebbero assumersi le loro responsabilità, invece di correre dietro all'opinione pubblica".
Ultimo aggiornamento: 18:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA