Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

La strada verso l'impunità per gli amministratori pubblici

Martedì 7 Giugno 2022

Il primo passo verso l'impunità pressoché totale dei pubblici amministratori è stato compiuto attraverso l'articolo 21 del Decreto Semplificazioni del 2020 (decreto legge 16 luglio 2020 n.76, convertito con modificazione nella legge 11 settembre 2020 n.120), i cui effetti, inizialmente temporanei fino al 31 dicembre 2021, sono stati prorogati fino al giugno del 2023 dal successivo Decreto Semplificazioni 30 maggio 2021, n.77.  La norma ha annullato quasi totalmente la possibilità di intervento della Corte dei conti nei casi di danno erariale provocato da pubblici amministratori. Dall'entrata in vigore del decreto, infatti, un sindaco, un assessore, un ministro, potranno essere chiamati a risarcire solo per i danni provocati a seguito di comportamento doloso (con prova della volontà di commettere un danno, cioè in pratica soltanto nel caso di furto), e nei casi di colpa grave conseguente ad omissione o inerzia (in precedenza la colpa grave era perseguibile anche se di tipo commissivo, quello che nella maggior parte dei casi produce danno erariale).

Questa riforma, spiegata con la necessità di non ostacolare gli amministratori pubblici nella difficile fase del Covid (nella quale erano necessarie scelte rapide in un ambito in gran parte sconosciuto) ha effetti preoccupanti in un momento delicato, nel quale stanno arrivando miliardi e miliardi di euro del Pnrr da investire: il loro eventuale (ma non così improbabile) spreco, non sarà punibile.

Il passaggio successivo per garantire l'impunità ai pubblici amministratori passa attraverso il Referendum che vorrebbe l'abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Referendum con il quale si cerca di abolire la legge Severino che prevede incandidabilità, ineleggibilità e decadenza automatica per i parlamentari, per i rappresentanti di governo, per i consiglieri regionali, per i sindaci e per gli amministratori locali in caso di condanna per alcuni gravi reati. Norma che ha valore retroattivo e prevede, anche a nomina avvenuta regolarmente, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione. Per coloro che sono in carica in un ente territoriale basta anche una condanna in primo grado non definitiva per l’attuazione della sospensione, che può durare per un periodo massimo di 18 mesi.

In un Paese ad alto tasso di corruzione come l'Italia, una legge come la Severino ha un significato rilevante in quanto finalizzata ad impedire l'accesso alle cariche pubbliche alle persone che abbiano pregiudizi penali, con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione. Ma la lobby dei disonesti è evidentemente più forte di quanto si possa pensare e,  con la giustificazione di voler evitare la paralisi amministrativa dovuta alla paura delle pesanti sanzioni, sta cercando di ottenere il definitivo "liberi tutti", alla faccia di chi opera onestamente e si impegna in una corretta gestione della cosa pubblica.
 
Basterebbe quanto illustrato finora per indignarsi e iniziare a reagire. Ma in realtà è già stato compiuto anche il terzo passo per garantire l'impunità ai potenti di turno. Con il decreto 188 del 2021, infatti, in una norma di alto valore sociale finalizzata a tutelare la presunzione d'innocenza, sono state introdotte in modo surrettizio forti limitazioni alla possibilità di conoscenza delle notizie relative a quanto accade nei Palazzi di giustizia. In questo modo, anche di quelle poche inchieste che si potranno fare nei confronti dei colletti bianchi, i cittadini rischiano di non sapere più nulla (o sempre di meno). Il principio di presunzione d'innocenza in realtà non ha finalità di nascondere o censurare, ma piuttosto di garantire rappresentazioni pacate ed equilibrate che non facciano apparire una persona colpevole prima del tempo. Limitare il diritto dei cittadini di essere compiutamente informati ha un obiettivo ben diverso.
 

Ultimo aggiornamento: 09-06-2022 11:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA