Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

L'imputato viene messo in prova e il reato si estingue

Lunedì 16 Febbraio 2015
La nuova sfida della giustizia si chiama messa alla prova. Anche per gli adulti, così come accade da più di 20 anni nei procedimenti riguardanti i minorenni, l’imputato che per la prima volta abbia commesso un illecito penale di non grave entità, potrà ottenere l’estinzione del reato accettando di risarcire il danno provocato e di sottoporsi ad un percorso di riabilitazione concordato con il giudice. In un periodo storico in cui l’opinione pubblica, allarmata dall’aumento della criminalità, chiede maggiore severità e più carcere per chi delinque, il legislatore italiano va nella direzione opposta, scommettendo su un sistema di elevata raffinatezza e livello di civilità giuridica. Un sistema apprezzabile, che va nella direzione del recupero del reo, come previsto dalla nostra Costituzione, ma che rischia di scontrarsi con gravi problemi pratici, non ultimo la carenza di organici e strutture idonee a gestire questi percorsi riabilitativi. Da quando è entrata in vigore la nuova normativa, nella primavera del 2014 sono ancora poche le richieste e ancora più limitato il numero degli indagati ammessi al periodo di prova, consentito per tutti i reati puniti con la sola pena edittale pecuniaria, o con la pena edittale detentiva non superiore al massimo dei 4 anni. Dunque un numero elevato di illeciti penali, tra cui lesioni personali, danneggiamento, minacce, furti e truffe non aggravati, violazioni del codice della strada e piccoli spacci di droga. La richiesta può essere fatta fin dalle prime fasi dell indagini preliminari, al momento dell’udienza preliminare, o in apertura di dibattimento in caso di giudizio direttissimo o con citazione diretta. Spetta alla difesa concordare un percorso di riabilitazione con gli assistenti sociali dell’Ufficio dell’esecuzione penale esterna: ad esempio l’impegno del reo per alcuni mesi in strutture di volontariato, di assistenza per anziani o in lavori di pubblica utilità., oltre al risarcimento del danno e ad un incontro con l’eventuale vittima del reato per chiedere scusa. Il progetto riabilitativo deve essere approvato da un giudice e, una volta arrivato a conclusione con esito positivo (dichiarato dagli assistenti sociali) lo stesso giudice dichiarerà estinto il reato. «Si tratta di una procedura destinata ad offrire un’opportunità a chi ha sbagliato una volta ed è disposto a mettersi in discussione, a cercare il "riscatto" per evitare tutti i problemi che una condanna penale può comportare, ad esempio, quando si è alla ricerca di un lavoro», spiegano negli ufici giudiziari. L’obiettivo è quello di ridurre il numero dei processi, ma l’effetto si prevede che sarà piuttosto limitato numericamente. Una quantità consistente di procedimenti pendenti nelle aule di giustizia riguarda persone con molti precedenti penali, ai quali la messa in prova non potrà essere applicata. Ultimo aggiornamento: 19:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA