Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

Trasparenza della Pubblica Amministrazione,
arriva il Freedom of Information Act

Domenica 22 Maggio 2016
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La speranza è che si tratti di un effettivo passo verso la trasparenza della pubblica amministrazione e che non accada - come è avvenuto finora - che ai cittadini (e ai giornalisti in particolare) si continui a negare, senza un reale motivo, l'accesso ai documenti, anche a quelli rilevante interesse pubblico.

Il Foia (Freedom of Information Act) è stato approvato con il voto del Consiglio dei ministri del 17 maggio e la pubblica amministrazione avrà tempo sei mesi per adeguarsi alle nuove norme. 

L’Italia ha adottato la legge sulla trasparenza dopo un centinaio di altri Paesi: il Foia made in Usa festeggia proprio quest’anno i 50 anni. La vecchia norma italiana sulla trasparenza, la 241 del 1990, prevedeva l'esistenza di uno specifico interesse per poter accedere ad un atto della pubblica amministrazione. Con il Foia è  esattamente al contrario: si garantisce a tutti di potervi accedere "allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sul'utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico".

L’accesso può essere negato per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici inerenti: a) la sicurezza pubblica e l’ordine pubblico;
 b) la sicurezza nazionale;
 c) la difesa e le questioni militari; d) le relazioni internazionali;
 e) la politica e la stabilità finanziaria ed economica dello Stato; f) la conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento; g) il regolare svolgimento di attività ispettive”.

In caso di diniego, anche solo parziale, o in assenza di risposta entro 30 giorni, ci si potrà rivolgere al responsabile della prevenzione, della corruzione e della trasparenza il quale, dovrà coordinarsi entro 10 giorni con il Garante per la protezione dei dati personali. Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) sarà l’ultima istanza a cui rivolgersi per accedere ad atti preclusi. Per l’accesso agli atti, il Tar, non prevede che il cittadino debba essere assistito da un legale ma può avviare la procedura, compresa quella di iscrizione al ruolo dell’atto, anche autonomamente. Fermo restando i costi: attualmente iscrivere una causa al Tar per ottenere l’accesso agli atti ha un costo di 300 euro solo per il contributo unificato.

Piuttosto vaghe sono le sanzioni irrogabili a quelle amministrazioni pubbliche che si dovessero sottrarre all’obbligo di garantire l’accesso ai dati o non rispettassero le norme procedurali per giustificarne il diniego. Il Foia rimanda alla legge 689/81, un contenitore di procedure per nulla definito. E questo non fa ben prevedere: in mancanza di vere sanzioni, infatti, non costerà nulla negare l'accesso. Ultimo aggiornamento: 21:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA