Gianluca Amadori
SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE di
Gianluca Amadori

Chi ha paura della legge sulle unioni civili?

Domenica 28 Febbraio 2016
L’Italia l'aspetta invano dal lontano 1988 e ogni volta che se ne parla, la politica entra in fibrillazione e tutto si blocca, con il risultato che nel nostro Paese, a differenza del resto d'Europa, i diritti dei cittadini continuano ad essere dimezzati. Con una palese discriminazione che si fonda, in particolare, sulle tendenze sessuali.
 
Tra breve in Senato dovrebbe iniziare la discussione del disegno di legge Cirinnà, presentato a metà ottobre, che per la prima volta prevede una forma di riconoscimento anche per le coppie gay, e che ha già scatenato non poche polemiche, in particolare negli ambienti cattolici, da sempre contrari a questa riforma. Ma la speranza è che, finalmente, anche l'Italia sappia dotarsi di una legislazione moderna, che metta davanti a tutto la persona e il suo diritto a costruirsi una stabilità e un futuro.  La legge sulle unioni civili dovrebbe regolamentare anche le convivenze di fatto (e di conseguenza tutte le questioni patrimoniali e quelle relative all'assistenza reciproca) e la spinosa questione delle adozioni. Nella proposta Cirinnà, per le coppie dello stesso sesso ci sarebbe la possibilità di adottare solo il figlio o la figlia del proprio partner, non di accedere ad altre forme di adozione.
 
Il contesto europeo è ben più avanzato: l’Ue ha più volte ribadito la sua apertura verso il riconoscimento della parità di diritti a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine, condizione sociale, dal loro credo religioso e orientamento sessuale sollecitando gli stati membri ad aderire a tale orientamento a favore delle coppie di fatto, eterosessuali od omosessuali.
 
Alla fine del 2013 la Corte di Giustizia europea, pronunciandosi su un contratto di lavoro collettivo che riservava specifici benefici a livello di retribuzione e di condizioni di lavoro ai dipendenti che contraessero matrimonio, ha dichiarato che il lavoratore dipendente unito in un Pacs con una persona del medesimo sesso deve godere dei medesimi benefici.
 
L'attuale quadro europeo è: alcuni Paesi hanno adottato l'unione registrata (chiamata anche partnership o coabitazione registrata), che garantisce specifici diritti e doveri anche alle coppie dello stesso sesso oltre che alle convivenze formate da uomo e donna. I diritti e doveri possono essere identici, lievemente diversi o molto diversi da quelli delle coppie normalmente sposate.
Alcuni Paesi hanno scelto di regolarizzare le unioni civili con la coabitazione non registrata, con la quale alcuni diritti e doveri sono automaticamente acquisiti dopo uno specifico periodo di coabitazione. Altri ancora, come la Germania, riconoscono le unioni civili con diritti simili a quelli del matrimonio. Infine, alcuni Paesi europei, oltre ad aver approvato il riconoscimento giuridico delle coppie non coniugate di qualunque sesso, hanno aperto il matrimonio alle coppie dello stesso sesso per realizzare la parità perfetta tra etero e omosessuali.
 
 
Ultimo aggiornamento: 21:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA