Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Venezia 79, giorno 10. Chiara fragile
Gli orsi non esistono, ma Panahi sì

Sabato 10 Settembre 2022

Ultimi tre titoli in gara. Uno che lascia il segno, uno trascurabile e uno assai deludente, purtroppo italiano.

Sull’assenza-presenza del regista iraniano Jafar Panahi sappiamo tutto, carcere attuale compreso. “No bears” è un film che toglie definitivamente ogni sicurezza: del vivere in un Paese governato con ostilità nei confronti di chiunque si ribelli o abbia un pensiero libero; di quello che vediamo sullo schermo, portando alle estreme conseguenze l’indistinguibilità tra realtà e finzione, anche all’interno della stessa inquadratura. Un’opera sui confini, geografici e cinematografici, dove un regista (al solito lo stesso Panahi) si reca in un villaggio per stare più vicino alla troupe che sta girando il suo nuovo film, in un altro Stato a pochi passi dalla frontiera. Qui apprendiamo che i due protagonisti vivono probabilmente sul serio la stessa situazione prevista sul set, mentre nel villaggio un’analoga tormentata storia d’amore viene scossa dallo stesso Panahi, che involontariamente tradisce tradizioni e superstizioni, tra queste anche la presenza degli orsi.  La figura del regista attraversa strade e conflittualità, esponendosi al pericolo costante, in zone dominate anche dai contrabbandieri, riproponendo anche simbolicamente la sua situazione, ora peggiorata, essendo recluso. Un film molto bello e interessante, teorico e politico, tra le cose belle da ricordare del Concorso, che ci chiude tirando il freno a mano, in modo fortemente simbolico. Possibile Leone. Voto: 8.

Purtroppo è esattamente il contrario l’ultimo film italiano della cinquina in Concorso. E spiace dirlo due dei film meno apprezzati sono nostrani (l’altro è “L’immensità”), non ripetendo l’ottima presenza dell’anno scorso, invero sorprendente e straordinaria. Susanna Nicchiarelli continua il suo scandaglio sulle figure femminili, indietreggiando pericolosamente nella storia: da Nico è passata a Eleanor Marx e ora è arrivata nel XIII secolo con Santa Chiara, che delle tre probabilmente è la più complicata da rappresentare, specialmente per chi ha un’anima pop. Viviamo nel film l’abbandono della famiglia, l’aggregazione a Francesco, i primi contrasti e i prodomi dell’istituzione dell’Ordine della Clarisse. In realtà Nicchiarelli è soprattutto interessata a fare di Chiara un nuovo esempio di proto-femminismo, accentuandone la forma e la sostanza, tanto da mettere in cattiva luce lo stesso Francesco, in quanto maschio, colpevole di essere venuto a patti con la Chiesa. Ma il vero problema è che il film non ha mai un tensione storica (tutto è debolmente riassunto: si veda la scena finale col Papa-Lo Cascio, davvero sconcertante nella sua banalità); ma soprattutto manca di scintilla mistica e spirituale: le monache si limitano spesso a cantare (siamo quasi in un musical, ma si pensi di cosa fu capace recentemente Bruno Dumont con “Jeanne”), a cucinare, a danzare, a coltivare gli orti, spesso leggiadre. Pauperistico nella messa in scena, “Chiara” sembra avvicinarsi di più allo Zeffirelli di “Fratello sole, sorella luna”, comunque superiore, rispetto alle riletture di Francesco di Liliana Cavani, autrice tra l’altro tempo fa di un notevole documentario proprio sulle clarisse. E ovviamente Rossellini non vale nemmeno la pena di nominarlo. In "Chiara" è un po’ tutto tradito, in una fragilità formale e contenutistica: prova ne sia la presenza, nel finale, della canzone “Le cose più rare” di Cosmo, che non si capisce cosa c’entri. La sensazione è che Nicchiarelli alzando l’ambizione abbia dimenticato il paracadute. Voto: 4.

Chiude la giornata l’ultimo film francese (anche qui presenza vistosa, con 5 titoli) “Le miens” dell’attore-regista Roschdy Zem. Entriamo nel cuore di una famiglia, dove Moussa, che dei due fratelli maturi è il più generoso, subisce un trauma cranico, che lo rende aggressivo e menefreghista nei confronti di tutti, figli compresi. Se il pregio di durare solo 85’ richiede gratitudine, si fatica a capire la presenza in Concorso di un filmetto così piacevole e leggero, veloce e un po’ semplice. Voto: 5.

 

Ultimo aggiornamento: 18:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA