Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Pallido Sole: llumina poco l'esordio di Sironi
Quintana è tornato ma non fa strike

Venerdì 25 Ottobre 2019

Lena, una ragazza polacca che sta aspettando un bambino, arriva in Italia per venderlo a una coppia sterile. A chiamarla è stato Ermanno, un cugino della coppia, un ragazzo la cui maggior occupazione è giocare alle slot machine. Deve solo fingere di essere il padre, in modo che alla partenza di Lena, possa dichiarare di non essere in grado di mantenere il figlio, così da poterlo far adottare dal cugino e sua moglie, pronti a ricompensarlo economicamente per questo aiuto.
L’esordio di Carlo Sironi, dopo alcuni corti di un certo rilievo, passato all’ultima Mostra nella sezione Orizzonti, si appropria di un rigore formale sorprendente per un’opera prima, ma sembra incapace di sottrarsi a un minimalismo (narrativo, stilistico, scenografico) che rischia di ingabbiarlo. “Sole” si fa apprezzare per il tentativo di addentrarsi in un tema così socialmente complesso, ma si limita a una rappresentazione cupa e disperata che rischia di rivelarsi artefatta, dove la recitazione catatonica dei due ragazzi, la disperazione universale (anche il ginecologo Vitaliano Trevisan non ne è immune, come il suo spoglio ambulatorio) e un’autorialità forzata finiscono per disperdere un potenziale talento e una storia che nel finale cerca un suo riscatto. Voto: 6.

JESUS ROLLS-QUINTANA È TORNATO
- Lo spin-off di John Turturro del cult “Il grande Lebowski” dei Coen in realtà guarda assai di più a “I santissimi” di Bertrand Blier, di cui rappresenta sintomaticamente il remake, ed è un film che destabilizza la narrazione, attraverso uno spericolato tentativo di assimilare una malinconica sregolatezza con un’orgogliosa, oltraggiosa deriva trash. Dalla pista da bowling dove Quintana leccava le palle da gioco prima di lanciarle verso i birilli alle avventure di un malvivente appena uscito di galera alla fine resta poco, qualche incontro (una sorprendente Audrey Tautou, una disperata Susan Sarandon) e la grevità di un racconto che non fa mai strike. Voto: 5. Ultimo aggiornamento: 12:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA