Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Ollio (con Stanlio) e un fratello Sisters:
è la settimana vincente di John C. Really

Giovedì 2 Maggio 2019

Nessuna coppia, non solo al cinema, è altrettanto famosa. E soprattutto amata. Nessuno ha mai sfidato il tempo delle nuove generazioni senza temere di essere superati, ingabbiati in un ricordo più o meno mesto, mentre le risate di un tempo si spengono: oggi come ieri, come l’altro ieri, e probabilmente anche domani, Stanlio e Ollio sopravvivono con la loro genuinità, con quella comicità sincera e diretta, non meno geniale di altre più intellettuali o più commoventi, da Keaton a Chaplin, e soprattutto capace di arrivare a tutti. Anche oggi, a rivederli immortali sullo schermo, strappano la risata con le loro trovate, talvolta con vertici surreali, talvolta mimando semplici imbarazzi, come quella cravatta da agitare, quella carezza giocosa sui capelli, quello sguardo in macchina, come a chiedere comprensione al pubblico, per quelle situazioni grottesche che si avvicendano continuamente.
Per questo l’operazione di Jon S. Baird di riportare oggi al cinema un biopic su questa straordinaria coppia del buonumore era pericolosa e averla ampiamente superata, aggirando tutte le trappole del caso, dalla mitologia del successo a un’opaca iterazione della loro creatività, è già una nota di merito. A ciò si aggiunga, doverosamente, la superba prova attoriale di Steve Coogan (Stanlio) e John C. Reilly (Ollio) che dal ricalco, tutt’altro che epidermico, caratteriale e comportamentale, hanno saputo trarre l’essenza di due artisti, che hanno condiviso la loro vita artistica in una sintonia ammirevole, anche nei momenti più difficili, più contrastati. E non meno brave sono Nina Arlanda e Shirley Henderson, comprimarie figure matrimoniali di quel tempo, mogli “aggiunte” alla vera coppia.
Siamo nel 1953, quando Stanlio e Ollio sono in tournée nel Regno Unito, in attesa vana di tornare in auge anche sul grande schermo, nonostante i loro 60 anni e qualche acciacco fisico (soprattutto Ollio). Dal libro di A. J. Marriot e con Jeff Pope alla sceneggiatura, Baird declina, in un’atmosfera di malinconica decadenza, i ricordi e i rimpianti, le separazioni (Hal Roach che licenza Laurel) e i ricongiungimenti, dove emergono anche piccoli rancori ma tenendo intatta quella innata complicità e quella sensazione che senza la presenza di uno, anche l’altro non avrebbe più senso. Sono gli anni della crisi, dovuta anche al logorio del tempo, a una stanchezza anche naturale data l’età, nonostante nei teatri britannici il successo riprendesse a trasmettere il calore dei tempi migliori. Baird accarezza la nostalgia, ma la lascia in un angolo con l’arma del sorriso: la costruzione della loro eternità artistica passa attraverso il tentativo di sentirsi sempre vivi e capaci di perdonarsi, come nella scena di entrambi sul letto, dove Ollio è malato, momento più toccante del film. Come solo le coppie vere possono fare.
Stelle: 3

I FRATELLI SISTERS
- Jacques Audiard si dà al western e con un cast di valore (Phoenix, Reilly, Gyllenhaal) firma “I fratelli Sisters”, storia  di due fratelli a servizio del potente e crudele Commodoro, che dà alla coppia incarichi di ricercare e uccidere persone che ostacolano i suoi affari. Siamo nell’Oregon di metà Ottocento.
Il primo film anglofono del regista francese pone ancora una volta l’individuo a cospetto di realtà estranee, pagando spesso il conto. La caccia all’uomo diventa l’ennesimo terreno dove a scontrarsi sono anche le certezze e le conoscenze, gli affetti e le appartenenze, disegnando con tocchi da commedia, la virilità di un mondo che cambia (lo spazzolino da denti, il water) e la violenza come bisogno di affermazione, nonostante all’orizzonte l’idealismo (dell’inventore, occhio alla battuta su Dallas) e il pacifismo (del fratello meno sanguinario) affiorino timidamente. Impaginato con eleganza, con alcune sequenze notevoli (la sparatoria nel buio alla Kitano, il cavallo in fiamme che si dà alla fuga), nel finale trova due selvaggi uomini del West correre in braccio alla mamma (che li accoglie a fucilate), dopo aver accantonato morti e seduzioni del mondo nuovo (la San Francisco della civiltà). 
Stelle: 3

 
  Ultimo aggiornamento: 03-05-2019 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA