Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Le stelle sono buone, non sempre i film
Brillante Ninjababy - Halloween ends?

Venerdì 14 Ottobre 2022

Nella pioggia una donna abbandona un neonato davanti a un “baby box”, un’altra donna lo mette dentro, due uomini lo prendono in consegna, ma non hanno belle intenzioni: sono trafficanti di bambini. Due poliziotte seguono le loro tracce, mentre la madre torna, avviene un omicidio, e un’inattesa piccola “famiglia” si crea. In Corea del Sud è sempre più frequentato il ricorso a questi “depositi” di bambini indesiderati o di donne che non possono mantenerli, in modo tale da trovare adozioni necessarie. “Le buone stelle-Broker” racconta questo fenomeno e dal riassunto iniziale si capisce come siano sono presenti anche tutti i temi cari al regista giapponese, qui in trasferta geografica. D’altronde Kore-eda, già premiato più volte ai festival, soprattutto a Cannes, dove gli è stata assegnata la Palma d’oro per “Un affare di famiglia”, nel 2018, ha costruito il suo importante percorso artistico attraverso una costante, puntigliosa, empatica rappresentazione di famiglia, fosse anche poco o per niente “istituzionale”, in una visione della società, pur contrastata da conflittualità inevitabili, morbidamente accolta tra un sentimentalismo malinconico e una nostalgia struggente. Nel tempo lo stile però si è come comodamente riciclato in un manierismo a tratti sdrucciolevole, un po’ ripetitivo e discretamente noioso, lontano dalle sue opere migliori, a cominciare da “Nessuno lo sa”, forse il suo capolavoro. Il film, appena uscito in sala e passato a maggio a Cannes e premiato per la miglior interpretazione maschile (Song Kang-ho, uno degli attori asiatici più famosi e stimati), dà purtroppo la sensazione di questo modesto riciclaggio, a iniziare dal tema principale (i bambini abbandonati), che stava all’origine anche di “Un affare di famiglia” e soprattutto di "Nessuno lo sa". Di Kore-eda piace ancora il modo che ha di “violare” la legge, mostrando come anche da azioni irregolari si possa comunque fare del bene, perché comunque il bisogno di famiglia, che qui rischia di diventare contradditoria, sembra l’unica salvezza per non sentirsi abbandonati. Ma è un universo che può chiudersi in se stesso, in una dimensione che fatica a uscire dal casalingo d’autore, scambiando l’istinto conservatore del suo cinema, per qualcosa dal quale è difficile liberarsi. Così alla storia che si manifesta strada facendo si finisce a volte per crederci poco, a cominciare dai personaggi che compiono azioni non sempre plausibili e a tratti perfino forzate e il sentimentalismo pecca di un eccesso dolcificante, edulcorando una realtà probabilmente assai più dura. Resta un percorso autoriale comunque di un regista coerente, una poetica salda, un’elementarità coinvolgente, che qui sembra segnare una pausa, senza ulteriori aggiunte ai propri temi. Un film che si vede, ma che nella filmografia di Kore-eda lascerà poco ricordo. Voto: 5.

A TU PER TU CON IL NASCITURO - Irriverente, scostumata nei dialoghi, “Ninjababy” è una commedia che scardina la quotidianità usando un sarcasmo inusuale nelle discussioni sui comportamenti erotici, riducendo tali gesti alla banalità paradossale ed educata di un galateo a tavola. Rakel scopre improvvisamente di essere incinta, inizia a interrogarsi su chi potrebbe essere il padre, vorrebbe abortire, ma il feto è in stato avanzato. La regista norvegese Yngvild Sve Flikke firma un racconto brillante e intelligente, dove l’imprevisto ingombro corporeo inizia a tormentare la futura mamma, parlando in forma di disegno animato (la ragazza è un’aspirante fumettista e il film è tratto da un graphic novel) e l’eventuale marito accarezza alla fine l’idea di una famiglia, solo che forse è l’unico a pensarlo. Voto: 7.

LA FINE DI UNA SAGA INFINITA (FORSE) - Trasferimento di corpi (d’altronde di carpenteriano all’inizio è citata “La cosa”, massima espressione di ogni infezione), sdoppiamento del Male, il Male che crea altro male: le notti di Halloween ad Haddonfield sono di nuovo tormentate dal fantasma di Michael Myers. Un tragico incidente domestico porta il giovane Corey a essere criminalizzato da tutti, fino a scatenargli la rabbia. Il terzo capitolo della trilogia di David Gordon Green, che conferma la radice sociale del Male, forse con troppi riepiloghi e spiegoni, approda al punto finale, con buona pace anche di Laurie Strode. E forse è davvero giunta l'ora di chiuderla qui, dopo quasi mezzo secolo, potrebbe essere d'accordo anche Jamie Lee Curtis. Ma se il Male non muore, assumendo altre forme, Halloween ends finisce sul serio? Ma soprattutto: quale? Voto: 5.

 

Ultimo aggiornamento: 12:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA