Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

La Madonna fa la troppa grazia
Zanasi al solito bivio, Rohrwacher sorpresa

Giovedì 22 Novembre 2018

Lucia (Alba Rohrwacher) è una geometra. Ha un carattere non facile, spesso rigido, sul lavoro non cede a compromessi. È soprattutto attenta a rispettare la legge, per niente disposta a sorvolare sulle regole. A casa va anche peggio: ha un rapporto conflittuale con il suo compagno Arturo (Elio Germano, che nella prima scena viene anche sbattuto fuori casa) e con la figlia adolescente, che mal sopporta le tensioni della famiglia e lo stress che la mamma dispensa ogni giorno tra le mura domestiche. Quando riceve un incarico da Paolo (Giuseppe Battiston) per edificare un progetto definito Onda, sulle colline dell’Italia centrale, si trova subito di fronte a un dilemma morale: far finta che le mappe del catasto non esistano e dare il via ai lavori, oppure porre il problema sapendo che in questo modo il lavoro svanirebbe e andrebbe incontro a ulteriori contrasti? Quello, invece, che Lucia non può aspettarsi e nemmeno respingere facilmente è che a un certo punto inizia ad apparirle la Madonna, che le chiede di edificare una chiesa proprio dove dovrebbe sorgere Onda. La voce fa il giro del paese e la già traballante immagine di Lucia precipita, mentre Arturo tenta in tutti i modi di potersi dimostrare affettuoso e ritrovare un posto nel suo cuore e anche nella sua casa.
Presentata a maggio alla Quinzaine cannense, “Troppa grazia” è una commedia che sfocia nel fantasy, dove si ride abbastanza ma si rimane perplessi sulla coesione dei generi. Gianni Zanasi conferma le caratteristiche interessanti del suo cinema, ma ne rivela ancora una volta il limite: è bravo nel condire i dialoghi con battute azzeccate, ma il senso politico e il lato più surreale (in realtà Lucia, com’è abbastanza semplice da capire, è ovviamente soltanto in lotta con se stessa) faticano a trovare una vera strada per esprimersi al meglio. Zanasi sembra sempre accontentarsi di una spolverata sociale e politica (il contrasto spiritualità/capitalismo), di un disagio della precarietà (il mondo del lavoro), ma finisce con l’essere attratto dai rivoli effervescenti ma abbastanza innocui della commedia. In questo appare ancora più squilibrata la scelta, drastica e narrativamente sbrigativa, di un finale dove il gesto risolutivo appare quasi come un gioco.
E se Alba Rohrwacher non è mai stata così vitale ed energica e abbandonando una volta tanto quei ruoli sussurrati e lamentosi è un’autentica sorpresa, specie nella rilevanza di sfaccettature convincenti, l’idea che ci si fa del cinema di Zanasi è quella di una intelligente scrittura e messa in scena accattivante, di un’autorialità non priva di uno sguardo curioso, senza purtroppo mai osare sul serio. Ma l’insieme ha comunque una sua originalità e almeno non cerca l’effetto calcolato per il successo e i suoi personaggi hanno l’estro e la maniera per trovare la giusta empatia con lo spettatore.
Stelle: 3

STYX: DOTTORESSA CORAGGIO
- Rike è un medico che lavora nel pronto soccorso di un ospedale di Colonia: la prima scena la vede in azione subito dopo un terribile incidente. La scelta di trascorrere le vacanze, come sognava da tempo, a bordo di una barca in solitaria esplorazione del mare verso isole lontane, la espone nuovamente a un soccorso del tutto imprevisto e ostacolato dalle autorità marittime. A metà percorso infatti incrocia una nave in avaria con a bordo migranti in difficoltà.
L’austriaco Wolfgang Fischer con “Styx” (lo Stige, fiume degli inferi) firma un solido film sull’indifferenza, nel silenzio del mare e di un Occidente assente. 
Stelle: 3


  Ultimo aggiornamento: 14-12-2018 17:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA