Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Berlinale 73, giorno 10. Disco Boy va a premio
L'Europa vince tutto, Asia dimenticata

Domenica 26 Febbraio 2023

Con un solo film in Concorso alla Berlinale, l’Italia è andata a premio. Questo è quindi un risultato di per sé già considerevole. Poi, a un certo punto, per “Disco boy”, opera prima di Giacomo Abbruzzese, regista tarantino ma da anni parisien, si era sperato anche qualcosa di più, ma il premio come miglior contributo artistico alla fotografia di Hélène Louvart non può che trovare la soddisfazione generale e lo ha sottolineato lo stesso regista, sul palco assieme alla sua collaboratrice: «È il più importante rapporto professionale che ho avuto fino ad oggi, non è mai stata una lotta tra due ego, ma sempre un dialogo a servizio del film». Il film, che uscirà presto nelle sale italiane (9 marzo) è il ritratto di un giovane bielorusso in fuga dalla sua patria che si arruola nella legione straniera e finisce in Nigeria, dove la popolazione locale lotta contro le multinazionali che sfruttano il territorio. Un film di atmosfera, visionario e onirico con una visione di cinema non allineata e con un italiano che guarda oltre i suoi confini.

La giuria diretta da Kristen Stewart, come sempre sorprendente nel fare e nel mostrare, lascia un ricordo positivo, di sensatezza e di premi quasi sempre accettabili e che indicano una linea precisa di condotta. Ad esempio l’Orso d’oro va a un documentario (sì, come a Venezia nel settembre scorso) di un regista affermato in questo campo: il francese Nicolas Philibert, che forse con “Sur l’Adamant” non firma la sua opera migliore, ma riesce sempre ad essere coinvolgente. Stavolta sceglie come location un bateau sulla Senna che accoglie pazienti affetti da disagio mentale, costruendo un’aggregazione empatica che favorisca una creatività di gruppo, attraverso l’amicizia, l’arte, la musica. Da sempre poi Berlino è sensibile a tutte le minoranze e anche quest’anno finiscono nel palmares le due interpretazioni principali, che come si ricorderà non sono più divise tra maschi e femmine: Thea Ehre vince la performance non protagonista, per la transessuale del bel noir “Till the end of the night” di Christoph Hochhäusler e la piccola Sofia Otero (anni 8), assai commossa sul palco, vince quella come protagonista leader per aver interpretato un bambino che si sente bambina nel film spagnolo “20.000 Species of Bees” di Estibaliz Urresola Solaguren.

Il grande vecchio Philippe Garrel si porta a casa il premio come miglior regia per “Le grand chariot” e lo dedica a Godard ricordando sempre la rivoluzione, il premio della giuria va al film portoghese “Mal viver” di João Canijo, che aveva un controcanto “Viver mal” nella sezione “Encounters”, in pratica due film speculari, ma diversi dal punto di vista della narrazione. Appare invece meno giustificato il premio alla sceneggiatura della tedesca Angela Schanelec, da sempre autrice di un cinema protervo e anaffettivo: il suo “Music” poteva essere semmai premiato per altro, proprio volendolo premiare. C’è semmai un po’ di dispiacere per il mancato Orso d’oro al regista tedesco Christian Petzold, il migliore della sua generazione e già autore di opere importanti, come lo è anche questo suo “Afire”, che si deve “accontentare” del Gran Premio della Giuria. Restano fuori, ed è un peccato, i due film asiatici, entrambi molto belli: “Past lives” della coreana-canadese Celine Song e “The shadowless tower” del cinese Zhang Lu.

Comunque Germania e Francia ribadiscono il loro potere in Europa, l'Italia ha il suo momento di attenzione, Spagna e Portogallo portano a casa qualcosa, fuori dal Continente il resto del mondo no. SI chiude una Berlinale dal Concorso soddisfacente, ma non troppo, con un inizio un po’ balbettante e un bel recupero nel finale. Ma si chiude anche un festival che ha diversi problemi, con una programmazione non agevole e una sede oggi posta in una zona di Berlino in progressiva decadenza, che lì sperano di recuperare, ma chissà in quanto tempo. E certo in questo momento storico sembra davvero complicato.

 

 

Ultimo aggiornamento: 28-02-2023 15:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA