Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Berlinale 73, giorni 7-8-9. Petzold convince
Noir e animazione in primo piano

Sabato 25 Febbraio 2023

Si chiude il Concorso della Berlinale, con una seconda parte più interessante. Tra gli ultimi film, spicca come previsto quello di Petzold.

ROTER HIMMEL di Christian Petzold (Concorso) – Sulla costa baltica, a nord della Germania, due amici cercano un po’ di vacanza e tranquillità in una casa isolata. All’arrivo però la trovano occupata da una ragazza, che intrattiene anche una fugace relazione con un altro coetaneo. I quattro trascorrono qualche giorno assieme. Leon, che sembra quello più appartato del quartetto, deve terminare un romanzo, ma fatica e quando arriva il suo editore per fare il punto, il verdetto è sconfortante. Nel frattempo gli amori si intersecano e il luogo è minacciato da un grande incendio che avanza. Petzold si conferma come il più interessante regista tedesco, affrontando una “falsa” commedia sentimentale, per depistarla verso il tema contemporaneo dell’uomo e il mondo che lo circonda, non solo nei confronti dell’arte. Sospeso tra scene divertenti e momenti di grande sconforto, la capacità di Leon di scrivere muterà soltanto quando finalmente guarderà il mondo e non lo immaginerà soltanto, non solo davanti alla tragedia. Pur senza la complessità dei recenti “La donna dello scrittore” e “Undine”, ma all’apparenza perfino semplice nella sua dinamica, è in realtà l’ennesimo ritratto di una società, tra conflitti e desideri. La canzone “In my mind” che apre il film è già un tormentone. Bravi gli interpreti, a cominciare ovviamente da Paula Beer. Voto: 7,5.

LIMBO di Ivan Sen (Concorso) – Un poliziotto arriva nel deserto australiano per far luce su un omicidio irrisolto di anni prima, quello di una ragazza aborigena. Ma i vati personaggi che incontra non collaborano troppo. Un western-noir dove la storia non basta ad accendere l’interesse, ma tutto scorre senza grandi sussulti, tra riprese di una location magnifica e eterni dialoghi che un po’ si avvitano e ritornano al punto di partenza. Una manciata di loser che forse hanno fatto il loro tempo e un cinema che li evoca in modo ormai stanco. Una volta si sarebbe scritto “bella la fotografia”, qui ci sta bene “bello il paesaggio”. Voto: 5.

L’ULTIMA NOTTE DI AMORE di Andrea Di Stefano (Special) – L’ultima notte di servizio del poliziotto Franco Amore è turbata da un colossale scontro a fuoco, dove le forze dell’ordine non rappresentano il bene e dove lo stesso poliziotto cerca in tutti i modi di uscirne indenne. In mezzo ci sta un carico di diamanti e un boss cinese, anche lui alle prese con tradimenti e bugie. Un poliziesco avvincente, con quale eccesso caricaturale e una figura ingombrante come la moglie di Amore, ma anche un’abilità a tenere il ritmo e la tensione. Andrea Di Stefano prova a dar fiato alla sua ambizione, come nella carrellata aerea notturna su Milano dei titoli di testa di manniano riferimento, e firma un film comunque interessante. Voto: 7.

SUZUME di Makoto Shinkai (Concorso) – Suzume una ragazza di 17 anni ha un incubo nel quale una bambina cerca la madre. Svegliatasi incontra per strada un ragazzo, restandone affascinata. Nel seguirlo, trova la prima di tante porte, che spalancano su altri mondi. Non senza fascino e momenti di meraviglia, l’animazione di Shinkai ha solo il difetto di durare un po’ troppo e di ripetere più volte la scena più minacciosa, ma siamo dalle parti di “La città incantata” e ovviamente Miyazaki. Voto: 7.

SUR L’ANDAMANT di Nicolas Philibert (Concorso) – Il noto documentarista entra nel centro per persone dal disagio mentale, che prende forma su un bateau sulla Senna. Una ricognizione ancora nello stile di Philibert, che ci porta a conoscere una quotidianità spesso ignorata, dove viviamo i momenti di aggregazione, tra musica e creatività, che aiutano a superare tale deficit, lontano dalle strutture ufficiali. Voto: 7.

TILL THE END OF THE NIGHT di Christoph Hochhäusler (Concorso) – L’agente omosessuale Robert ha una relazione con la transessuale Leni, promettendole aiuti per una possibile operazione. Ma in realtà cerca di sgominare una banda nel giro della droga. Un neo-noir stratificato e complicato nella dinamica dei personaggi, che cambiano spesso punto di vista e dove la verità finisce sempre per essere soffocata. Tra fughe immaginate e desiderio di impossessarsi di identità e realtà agognate, il film notturno di Hochhäuser chiude il Concorso e si chiude con l’ennesima beffa finale. Voto: 7.

 

Ultimo aggiornamento: 07-03-2023 16:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA