Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

74 Cannes, giorno 5. Moretti a piano terra,
Re granchio affascina, Hamaguchi incanta

Lunedì 12 Luglio 2021

Giornata fondamentale per l'Italia, con la presenza del film di Moretti, che contrariarmente a Berrettini (pur sconfitto) e soprattutto alla Nazionale di calcio (campione d'Europa), non lascia altrettanto entusiasmo.

TRE PIANI di Nanni Moretti (Concorso) – Tratto dal romanzo dell’israeliano Eshkol Nevo, sostituendo la località (Roma e non più Tel Aviv) e la struttura (da tre capitoli a se stanti a tre storie intersecate). Ma di Moretti però noi continuiamo a preferire i suoi film più taglienti, acremente divertenti, perfino più profetici, quando sferzava lo schermo con le sue provocazioni. Come capita a molti la maturità porta a confrontarsi un altro modo con la vita, e qui siamo nella versione più dolorosa, come era già sensibile con “La stanza del figlio” e soprattutto con “Mia madre”. Così ci si trova alla fine con un film più triste che angosciante, più (volutamente) piatto che emotivo, nonostante il suo cinema sia essenzialmente di “contenuti”, con interpretazioni (Buy, Scamarcio, Rogrwacher, eccetera) quasi astratte, assenti, lontane che collidono con il “peso” dei personaggi che è al contrario enorme. Un condominio che sembra già tombale, con quell’esordio quasi magrittiano di luce fioca, dove l’umanità è spaesata, perduta, piena di contraddizioni, inganni e cattiverie, ma che alla fine cerca riappacificazioni di speranze, tra gente che muore (il folgorante incipit) e bambini che nascono. Un film pieno di tante cose (il rapporto generazionale, le conseguenze di ogni gesto, il senso di colpa, le donne che si aprono al cambiamento e gli uomini che si chiudono, eccetera) e forse un po’ vuoto di emozioni, che non ci permette così di amarlo tanto. Voto: 6.

DRIVE MY CAR di Hamaguchi Riusuke (Concorso) – L’attore e regista teatrale Yusuke è sposato con la sceneggiatrice Oto, che muore. Anni dopo è chiamato a Hiroshima a mettere in scena “Zio Vanja”, dove trova anche un giovane attore, che era l’amante della moglie. Nel frattempo gli viene assegnata un’autista, con la quale, durante i lunghi viaggi, stabilirà un contatto più personale. Per ora uno dei pochi film capace di scuotere la piattezza della medietà dei film. Un film complesso, dove il regista giapponese, già felicemente premiato all’ultima Berlinale, conferma il suo talento, costruendo una rielaborazione di un racconto di Murakami, attraverso un intreccio con la stessa messa in scena dell’opera cechoviana, facendo emergere caratteri, conflittualità e sentimenti, specialmente nei lunghi tragitti in auto. Folgorante l’inizio e notevolissimo il finale, dove la morale è la medesima che emerge dalla messa in scena teatrale. Voto: 8.

RE GRANCHIO di Alessio Rigo de Righi, Matteo Zoppis (Quinzaine) – Nel tardo ‘800, un ubriacone che vive nella Tuscia si ribella al principe locale, fino a commettere un crimine che lo costringe all’esilio nella Terra del Fuoco. Qui va alla ricerca di un mitico tesoro, in una specie di percorso di redenzione. Ma come per tutti i tesori, l’avidità umana provoca danni. L’esordio nel cinema di finzione della coppia di registi italiani, capaci di sconfinare con il loro racconto, in un altro continente, di fronte a storie e scenari del tutto inusuali per il nostro cinema, è un approdo felice che si snoda tra Olmi e Lisandro Alonso, tra il racconto epico corale contadino e il western, dove la leggenda trova una visionarietà rara e sorprendente, mentre il granchio rosso reale si muove ignaro sullo schermo. Voto: 7.

BERGMAN ISLAND di Mia Hansen-Løve (Concorso) – Una coppia di registi americani si reca nell’isola di Fårö, sulle orme del grande regista svedese Ingmar Bergman, per trovare anche l’spirazione al loro prossimo film. La regista parigina affronta l’ennesimo sconfinamento tra realtà e finzione, dove la costruzione artistica si affaccia e si confonde con la quotidianità, in un corto circuito ormai piuttosto abusato. Lo stile leggero, il senso quasi didattico dei rimandi all’opera del grande regista, la freschezza della natura, la fragilità dei sentimenti declinano un film che lascia un disinteresse crescente durante la visione. Voto: 5.

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 21-09-2021 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA