Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

74 Cannes, giorno 4. Ospedali e treni,
corre la vita. Super Valeria, ritonfo Penn

Domenica 11 Luglio 2021

Il festival continua a essere potabile, ma è come bere acqua dal rubinetto. Non fa male e non è spiacevole, ma certo non lascia la voglia di continuare a lungo. Imbarazzante la presenza del film di Sean Penn, non nuovo a tonfi rumorosi.

LA FRACTURE di Catherine Corsini (Concorso) – A un pronto soccorso parigino, sul finire del 2018, mentre la Francia è scossa dalle violente manifestazioni dei gillet gialli, arrivano, tra gli altri sfortunati ospiti, Raf scivolata per sbadataggine rompendosi un braccio e Yann, che giunto con un autotreno nella captale finisce ferito in mezzo agli scontri sui Champs-Ėlysées. Julie, che con Raf forma una coppia, accorre preoccupata. Nello spazio angusto del reparto ospedaliero il caos regna sovrano. La Corsini ha l’ambizione di raccontare in nuce la Francia intera, come Paese sbandato, dove tutti gridano e s’azzuffano, si rinfacciano di aver eletto Macron o di aver votato Le Pen, mentre nemmeno l’attività medica funziona come dovrebbe: i macchinari sono spesso fuori uso, ogni tanto crolla qualcosa. Correndo tra dramma, commedia e perfino farsa, la Corsini sa dominare i tempi ed è accattivante, anche se tutto sembra piuttosto scontato e simbolicamente facile. Bravi gli attori, Valeria Bruni Tedeschi forse alla sua migliore interpretazione, visto che si prende spesso la scena e si candida per il premio attoriale. Voto: 6,5.

COMPARTMENT NO. 6 di Juho Kuosmanen (Concorso) – Una studentessa finlandese di archeologia vuole recarsi nella città di Murmansk, in Russia, per vedere reperti importanti. Ha appena lasciato Irina, con la quale sente che la storia d’amore sta terminando. Sul treno incontra Ljoha, un giovane russo, piuttosto ruvido e gran bevitore di vodka. I due cominceranno a conoscersi strada facendo. Dopo alcuni cortometraggi di rilievo e il suo primo meritevole lungo (“La vera storia di Olli Mäkki”), il regista finlandese sceglie un road movie particolare, che è anche una storia d’amore impossibile, a bordo di un treno fino al circolo polare sferzato dal vento. Cinema libero, che si permette solo qualche debolezza narrativa (il furto della videocamera da parte del passeggero apparentemente più “buono”), è un canto notturno alle anime solitarie, facendo affiorare sentimenti e paure, desideri e ansie, dove la vita difficile e ruvida mette a dura prova la resistenza umana, pur non essendo priva di ironia. Emozionante. Voto: 7.

FLAG DAY di Sean Penn (Concorso) – Una ragazza cresce col fratello sbattuta tra padre e madre, che si sono separati. Con l’età scopre che il tanto venerato padre non era proprio quello che sembrava. Non contento di aver selezionato l’orrendo “Il tuo ultimo sguardo”, Fremaux ci ricasca con l’odierno, altrettanto sconcertante, “Flag day”, che dimostra come Sean Penn sia un regista un tempo perfino sopravvalutato (“Into the wild”) e oggi un mestierante incolore, incapace di dare senso, vita, forza a storie che si impiantano alla prima curva, sorrette solo dall’uso sconsiderato di canzoni, che coprano il vuoto assoluto della narrazione. Voto: 3.

HOUSE ARREST di Aleksey German jr. (Un certain regard) – Il professore universitario David critica aspramente il sindaco e l’amministrazione comunale della sua città. Per questo a sua volta viene accusato di appropriazioni indebite e viene posto agli arresti domiciliari. Nonostante minacce e tradimenti, David decide di non chiedere scusa e affrontare il processo. Solido e appassionato j’accuse alle istituzioni politiche e sociali (e anche ai rapporti interpersonali), che German jr. risolve con forza e coerenze, dentro un appartamento dal caos materiale ma da un ordine morale indispensabile, nel quale non è facile distinguere se col tempo cambiano le cose o cambiamo noi. Voto: 7.

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 12:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA