MONDO OVALE di

Vancini: arbitri italiani di rugby
tutto rose, fiori e crescita

Venerdì 20 Maggio 2016
Dopo l’articolo del "Gazzettino" su Massimo Brunello, tecnico rodigino scelto per la panchina del Calvisano invece che dell’Italia under 20, anche quello sulla situazione di disagio negli arbitri di rugby italiani ha suscitato la reazione del loro massimo dirigente. È stato pubblicato il 19 aprile con il titolo "Fischietti ancora bollenti: Celon, la crescita non c’è".
L’articolo era la sintesi di una lettera inviata dal precedente presidente del Cnar, Giampaolo Celon, all’attuale, Maurizio Vancini, e fatta avere da una terza persona al giornale. Per completezza d’informazione lo riportiamo qui sotto, insieme alla successiva lettera di risposta inviata il 27 aprile dall’ufficio stampa della Federugby al "Gazzettino" a firma di Vancini.
Ognuno tiri le proprie conclusioni. Un piccolo merito l’articolo comunque l’ha avuto, oltre a suscitare il dibattito. Il presidente della Fir Alfredo Gavazzi, dopo oltre due anni, ha sentito finalmente Celon, intrattenendolo in una lunga telefonata sulle vicende del mondo arbitrale italiano. (Ivan Malfatto)

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L’ARTICOLO
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«Su dove ci porterà questa nuova strutturazione della categoria arbitrale, che potrei chiamare destrutturazione, non mi esprimo, lo faranno i risultati».
Dopo l’allarme sulla perduta autonomia (gli arbitri ora dipendono direttamente dalla Fir), la finale dei veleni Calvisano-Rovigo, il caso Alan Falzone (a un anno dal giudizio di innocenza ha diretto solo 2 match di Eccellenza) e la lettera dei fischietti veneti, queste parole gettano altre ombre sulla gestione degli arbitri italiani di rugby. A pronunciarle è un addetto ai lavori ai massimi livelli: Giampaolo Celon, padovano, per anni responsabile del Cnar, il loro settore. Lo fa con una lettera al suo successore Maurizio Vancini sui temi toccati da quest’ultimo sulla rivista "All Rugby".
La rivendicata crescita quantitativa degli arbitri? Non c’è, scrive: «Sui 1200 arbitri che dici di gestire, visto che consideri anche i derogati con tessera di giocatori, ecco i numeri: 1091 (827 tesserati+264 derogati) al 30/6/13, gestione Celon; 1053 (809+207) al 31/12/15, gestione Vancini».Poi il merito di avere portato Marius Mitrea a dirigere in Champions Cup, dove nel 2008-12 non c’erano italiani: «Mitrea ha esordito nell’ottobre 2013, quando non eri praticamente ancora seduto sulla poltrona di presidente. Non puoi assumertene il merito, che va alla passata dirigenza, in particolare a Giulio De Santis».
Il dato è invece un altro in Europa, negativo. «I numeri del panel Pro 12, per noi sola piattaforma di lancio per una carriera internazionale, sono: 8 arbitri irlandesi, 5 gallesi, 2 scozzesi, per l’Italia solo Mitrea, visto che a Vivarini è già stato dato il benservito». Tutto il contrario di quanto rivendicato: siamo messi meglio degli scozzesi e non peggio dei gallesi. Questo grazie alla ricostruzione delle relazioni e dei rapporti nelle sedi internazionali rispetto a prima. «A meno che non ti riferisca - è la frecciata di Celon - alla tua personale posizioni di citing». Ruolo per il quale proprio Vancini è andato al Mondiale. C’è poi l’aumento delle sezioni da 38 a 46: «Non c’è ragione d’essere per alcune. Mantova, Ragusa, Reggio Calabria, Gattico, ad esempio, non conciliano con i numeri e non possono essere considerate tali».
Infine sul presidente Fir Alfredo Gavazzi: «Avevo spedito una corposa relazione sullo stato organizzato del settore arbitrale e mi aspettavo che vi fosse un suo interesse a sentirmi, visto che avevo lavorato lunghi anni in essa. Non mi ha chiesto mai nulla». 

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LA RISPOSTA
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Caro Ivan,
mi permetto di intervenire, cosa che non sono solito fare, in merito a quanto riportato su Il Gazzettino del 19 aprile scorso ed alle considerazioni sul settore arbitrale che presiedo.
Permettimi alcune precisazioni: sono stato eletto Presidente del CNAr il 28 giugno 2013, quando come evidenziato da Il Gazzettino gli arbitri tesserati erano 1091. Oggi, a distanza di quasi tre anni, il numero di affiliati alla CNAr è salito a 1179. Si tratta di una crescita dell’8%, ma in tutta franchezza non è mia intenzione cercare riconoscimenti, quanto fornire dati corretti e, soprattutto, inserirli in un contesto adeguato.
Ed oggi, grazie al lavoro svolto nel corso degli anni – recenti, ma senza dubbio alcuno anche passati – il contesto è, storicamente, il migliore di sempre per il movimento arbitrale italiano. Certo, le designazioni di Marius Mitrea per un test-match Tier 1 e di Maria Beatrice Benvenuti per i Giochi Olimpici ci hanno dato visibilità e soddisfazione, ma sono solo la manifestazione naturale di un lavoro molto più profondo, che ci ha portato a sviluppare un’Accademia arbitrale, a rafforzare significativamente la collaborazione con il settore tecnico grazie al contributo di tecnici di valore come Carlo Orlandi e Ambrogio Bona, a diffonderci più capillarmente sul territorio nazionale, anche al di fuori delle piazze storiche, a mantenere rapporti internazionali di alto profilo con Giulio De Santis. Vedo oggi, tra i giovani arbitri, un fermento ed un entusiasmo che deve essere motivo di fiducia per tutto il movimento.
Relativamente alla corrispondenza privata tra il sottoscritto e Giampaolo Celon, mi rammarico che sia divenuta di pubblico dominio non certo per i contenuti, cui ritengo che le considerazioni esposte pocanzi diano adeguato chiarimento, ma piuttosto per il lungo rapporto di stima ed affetto che a Giampaolo mi legano, essendo stato per anni il mio Presidente.
Ti ringrazio per la considerazione in cui vorrai tenere questa mia.

Maurizio Vancini
Presidente Commissione nazionale arbitri (Cnar)
della Federazione italiana rugby (Fir)
Ultimo aggiornamento: 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA