MONDO OVALE di

 Perchè l'Italia deve tornare a giocare  stabilmente contro Romania e Georgia

Lunedì 30 Marzo 2015
 Il sorpasso nel ranking mondiale della Georgia (14° posto) sull’Italia, avvenuto a fine Sei Nazioni, sommato a quello del Giappone sugli azzurri (allora per il 13° posto), avvenuto durante i test estivi, decretano una verità ineluttabile e una necessità inderogabile. No, non sono il meccanismo promozione-retrocessione nel Sei Nazioni come invocato da qualche (molto pochi) giornalista inglese durante il torneo. Anche perchè se fosse in vigore oggi a retrocedere sarebbe la Scozia. Il Sei Nazioni funziona bene così, sportivamente e commercialmente, anche a due velocità. Cioè con Scozia e Italia che vincono molto meno (in 15 anni 23,8% e 15% delle partite) rispetto alle altre (Inghilterra 68,8%, Irlanda 66,3%, Francia 65%, Galles 55%). Lo sostiene anche l’amministratore delegato della federazione inglese Ian Ritchie, dicendo al "Guardian" che nulla cambierà almeno fino al 2019 nelle date e nella struttura del torneo. La verità ineluttabile e la necessità inderogabile sono che l’Italia deve tornare a disputare regolari test match contro le nazionali di terzo livello. Quelle che l’hanno superata nel ranking (Giappone, Georgia) e quelle immediatamente dietro (Usa, Canada, Romania, Russia, Usa, Uruguay, Spagna, Namibia, Portogallo). Nelle finestre estive o autunnali almeno un test l’anno con loro va inserito, a fianco di uno con le Nazionali alla portata (Argentina e le tre Pacifiche) e a quelli con le big. Cinque sono i motivi di questa svolta nel calendario internazionale dei test-match italiani. 1) Rendere più realistico il ranking, ora squilibrato perchè l’Italia gioca solo con le grandi. 2) Abituare gli azzurri alla vittoria e non solo alle sconfitte, onorevoli o meno. 3) Permettere la crescita di giocatori non ancora a livello di affrontare una big. 4) Misurare la vera crescita e competitività della Nazionale a 15 dall’ingresso del Sei Nazioni 5) Fare chiarezza sul reale divario odierno fra Italia e "terzo mondo" rugbistico (che tariffa riusciremmo a dare regolarmente a Georgia, Giappone, Romania... o rischieremmo di perdere?) Si dice che solo giocando contro i più forti si cresce. E da quando abbiamo cominciato a farlo siamo entrati nel Sei Nazioni. Da allora però abbiamo scoperto che giocando solo contro i più forti non si cresce ulteriormente. Perlomeno non l’ha fatto l’Italia. Indossiamo perciò il saio e torniamo a misurarci con i più deboli. Come ci ha imposto da quest’anno l’Eprc "guidato" dalle leghe più che dalle federazioni, imponendo ai nostri club gli spareggi con squadre rumene (perso) e georgiane (vinto) per entrare in Challenge Cup. Una bagno di umiltà e realismo ci farà bene e dirà veramente chi siamo. (Ivan Malfatto) Ultimo aggiornamento: 13:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA